Che cosa succede alla sua coppia nel film?
«Si è deteriorata. Paolo ha sempre pensato al suo ristorante, con la figlia si considera un estraneo. E la moglie, evidentemente, ha sofferto tutta questa distanza, ha sviluppato una forma molto forte di nevrosi. È una famiglia che non parla, non affronta, e quindi implode».

Lei che rapporto ha con le cose non dette?
«Le temo, le cose non dette crescono dentro e fanno male. Per questo ho sempre cercato di dire, di affrontare, perché so – e l’ho sperimentato sulla mia pelle – quanto un non detto possa diventare un macigno».

E le verità scomode fanno bene?
«Non esistono. Sono scomode le bugie. È scomodo il silenzio. La verità può scomodarti, ma è un dono. E confesso che mi piacciono anche le relazioni che scomodano un po’. Non parlo di conflitto sterile, piuttosto di quella tensione che impedisce al rapporto di adagiarsi».

Nel film c’è un «momento Tangeri», un punto di rottura in cui crolla tutto. Le è mai capitato qualcosa di simile?
«Assolutamente sì. In quei momenti tutto appare insormontabile, enorme, persino pericoloso. Soprattutto la prima volta: hai la sensazione che il mondo ti stia crollando addosso e che non ne uscirai vivo. E invece basta il primo passo – aprire bocca e dire “senti, ti devo parlare” – perché qualcosa si liberi, si sblocchi. Poi magari arriva la burrasca, ma la affronti più forte, da uomo libero. I momenti di verità liberano sempre tutte e due le persone».

Le tornano in mente i suoi rapporti passati?
«In realtà, non ero uno che parlava molto. Ero timidissimo, terrorizzato dal giudizio degli altri: dicevo “sì” quando avrei voluto dire “no”. È il retaggio di un’educazione molto severa, sono cresciuto sentendomi dire “stai zitto”, “il tuo giudizio non conta”. Il mio mestiere mi ha aiutato: mi ha costretto a interpretare personaggi che dicevano ciò che provavano. È stato un lavoro lungo, ma pian piano, come dice David Lynch, “le persone non cambiano, si rivelano”».

Ha detto che all’inizio della relazione con Francesca Barra è stato talmente sincero che lei le ha risposto: «Va bene anche un po’ meno».
«Prima di lei non avevo mai convissuto con nessuno. Sono cresciuto in una casa di 85 metri quadrati: desideravo anni di solitudine per bilanciare il passato, non ho mai voluto condividere troppo. Poi però scopri che è bello tornare a casa e stare insieme, con gli adulti e con i bambini. I bambini ti tengono al fresco, ti riportano al punto di vista originario. Convivere significa condividere 24 ore su 24 la vita con un’altra persona, e se quel rapporto non è sincero ti ritrovi ad avere una pessima salute emotiva».

Cast Le cose non dette Muccino

Carolina Crescentini in Tom Ford. Stefano Accorsi in Brioni. Claudio Santamaria in Dolce&Gabbana. Gabriele Muccino in Emporio Armani. Miriam Leone in Chanel.