L’incubo dei condomini misti si abbatte sulla quasi totalità dei quartieri di Roma. Il Campidoglio, infatti, ha deciso di acquistare 1.040 alloggi di proprietà della Fondazione Enasarco, con un esborso complessivo di 250 milioni di euro, per trasformarli in case di edilizia residenziale pubblica. Case popolari, quindi, da assegnare a chi si trova in graduatoria (per la quasi totalità) o per dare certezze a inquilini i cui contratti sono scaduti o in scadenza.
Pioggia in casa, un buco di due metri sul tetto. Ecco come si vive nei condomini misti del ComuneIncubo condomini misti
Una prospettiva che, però, da chi già vive in quei quartieri e ha comprato casa riscattandola dagli enti, assume un significato ben diverso. Se per l’amministrazione Gualtieri è una scelta “epocale”, che permette di arrivare a rispettare la promessa di 1.500/2.000 case popolari in più entro la fine del mandato, per i proprietari significa ritrovarsi a condividere spazi comuni e spese condominiali con un inquilino “ingombrante”: il Comune di Roma.
Ater, l’inquilino più moroso di Roma, ha un maxi-debito con AceaLe nuove case popolari a Roma
Una fetta importante degli immobili che cambieranno proprietà si trova in X municipio, 100 in totale tra i 26 della prima tranche (nel 2026) e i 74 della seconda (nel 2027). A questi, si aggiungono i dieci che erano dell’Inps e il Comune ha acquisito a inizio 2025, più gli altri già passati di mano (sempre ex Inps) tra il 2022 e il 2023. Tutti a Dragoncello, tra via Vincenzo Petra, via Alfredo Ottaviani, via di Dragoncello e via Alessandro Ruspoli.
La rivolta di Dragoncello
Uno stravolgimento del tessuto sociale del quartiere a sud di Roma, che è il primo ma non l’unico a mobilitarsi e porsi il problema. Arrivano segnalazioni anche dal IV municipio, dove l’impatto è ancora più importante: 401 alloggi Enasarco diventeranno case popolari. A guidare la “rivolta” dei proprietari è però Dragoncello: “Non siamo contrari al diritto alla casa e all’edilizia sociale, ma non c’è stato ascolto né trasparenza da parte del Comune – si legge in una comunicazione inviata a tutti i consiglieri capitolini – nonostante le numerose Pec inviate al dipartimento Patrimonio e agli organi competenti”.
Dalla manutenzione al Superbonus, i proprietari pagano al posto di Ater“Non si è valutato l’impatto sociale e urbanistico”
Per le famiglie proprietarie, che negli ultimi anni hanno acquistato gli immobili, il Comune non avrebbe “valutato l’impatto sociale e urbanistico su un quartiere già provato da carenze infrastrutturali, servizi insufficienti e criticità di mobilità. Si sceglie di concentrare nuove situazioni di fragilità in condomìni misti, in contrasto con
i principi di equilibrio territoriale e con quanto affermato dallo stesso Piano Strategico per il Diritto all’Abitare”.
Proprietari pronti alla battaglia
Tra le altre cose, i proprietari denunciano situazioni condominiali “critiche”, che oggi presentano “difficoltà finanziarie e gestionali”. In questi contesti, si andrebbero a inserire nuclei con redditi molto più bassi di quelli di chi già ha acquistato casa, con il Comune a dover sopperire – eventualmente – a morosità per quanto riguarda soprattutto gli oneri condominiali. “Continueremo a monitorare l’iter istituzionale e a mobilitarci – promettono i residenti – affinché l’assemblea capitolina non approvi a scatola chiusa una misura che, così formulata, rischia di compromettere ulteriormente la qualità della vita e il valore del patrimonio immobiliare della zona”.
In programma un sit-in di protesta venerdì 19 dicembre in piazza del Campidoglio, a partire dalle 15, mentre in aula è prevista una delle tante sedute di consiglio programmate fino a Natale per l’approvazione del bilancio previsionale.
FdI e Lega: “Metodo sbagliato e opaco”
Dal Campidoglio, la destra si schiera al fianco dei proprietari: “Da Dragoncello al Nuovo Salario, passando per Villa Gordiani, Magliana, via Pollenza, via Antonio Silvani e via Ponzio Cominio, si moltiplicano in tutta Roma le segnalazioni, le proteste e le iniziative legali dei residenti coinvolti nell’operazione di Roma Capitale sugli immobili acquisiti da enti, e in particolare da ex Enasarco – fanno sapere Maria Cristina Masi di FdI e Fabrizio Santori della Lega -. Quartieri e condomìni dove convivono appartamenti acquistati a prezzo di mercato, spesso con mutui ancora in corso, e unità Enasarco oggi vuote o in ristrutturazione che Roma Capitale intende acquisire per Erp. Non è in discussione il diritto alla casa, ma un metodo sbagliato e opaco, che scarica sui residenti costi sociali, problemi di sicurezza, gestione condominiale e il rischio concreto di svalutazione degli immobili”.
I due consiglieri contestano alla giunta Gualtieri di non aver lasciato all’assemblea la possibilità di valutare le perizie e i pareri degli enti competenti e di non aver valutato i contesti di atterraggio dell’operazione “senza trasparenza nemmeno verso i residenti direttamente coinvolti, ai quali in alcuni casi è stato perfino negato l’accesso agli atti” denunciano Masi e Santori.
NEL 2023 – Enasarco vuole vendere gli alloggi vuoti al Comune. Incubo condomìni misti per i proprietari