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Si avvicina la data del 18 dicembre che vedrà la Banca Centrale Europea deliberare riguardo eventuali variazioni dei tassi di interesse, stabili dallo scorso giugno. L’ipotesi più accreditata prevede una conferma dei tassi attuali, destinati probabilmente a restare invariati nei prossimi trimestri.
Sono nettamente differenti, invece, le previsioni relative al 2026 e al 2027: stando a quanto pubblicato nel recente rapporto dalla società di analisi finanziaria Schroders, infatti, per il 2026 non ci saranno ulteriori tagli al costo del denaro ma per il 2027 bisogna aspettarsi un cambio di direzione, con due aumenti dei tassi BCE che potrebbero raggiungere quota 2,5%.
In vista di una futura stretta monetaria che porterebbe a un aumento del costo dei finanziamenti, secondo MutuiOnline.it i dati attuali tornano a far considerare il mutuo a tasso fisso più conveniente rispetto al tasso variabile. Secondo l’ultimo Osservatori, anche optare attualmente per un mutuo a tasso variabile con un TAN minimo del 2,19% non rappresenta una scelta conveniente guardando al futuro, considerando il probabile aumento delle rate future che limiterebbe notevolmente la convenienza iniziale.
Scegliendo oggi un mutuo fisso si potrebbe bloccare un tasso con TAN minimo pari al 2,78% che garantirebbe in ogni caso una rata certa nel lungo periodo, proteggendo da eventuali incrementi almeno nel prossimo biennio.