Ultimamente a Hinckley devono aver fatto un bel po’ di straordinari. Nell’arco dell’ultimo mese Triumph ha sfornato infatti un’autentica raffica di novità. In ordine di apparizione si possono ricordare le varie Tiger 900 e 1200 Alpine e Desert, Street Triple 765 RX e Moto2 Edition e Tiger Sport 800 Tour. E non è finita qui, perché ora è la volta della nuova Tracker 400. Il suo lancio è peraltro accompagnato dall’ufficializzazione dell’arrivo anche della Thruxton 400, di cui avevamo anticipato qualcosa lo scorso agosto. Con il loro ingresso in listino la famiglia delle monocilindriche arriverà così a contare cinque modelli, con la Speed 400 e le Scrambler 400 X e XC, oltre appunto alle due new entry di cui sopra.
Ispirazione racing per la Tracker 400
La Triumph Tracker 400 sfoggia un look che mescola bene proporzioni e tratti tipici della linea Modern Classics a dettagli dal sapore corsaiolo. A riportare alla mente gli ovali dove si corrono le gare di Dirt Track e Flat Track sono soprattutto i fianchetti laterali dal profilo squadrato, con le loro brave tabelle portanumero.
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Altri elementi distintivi sono l’unghietta che sovrasta il faro a LED e la cover per il sellino del passeggero. Questo dettaglio dona alla moto l’aspetto di una monoposto e può essere rimosso all’occorrenza.
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L’elenco dei segni particolari continua con i cerchi a razze accoppiate, con pneumatici semi-tassellati Pirelli MT60 RS. La Triumph Tracker 400 è prevista con tre diverse colorazioni. La prima (qui sotto e in basso a sinistra) è Aluminium Silver Gloss con grafiche Racing Red.
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La seconda (al centro) è Racing Yellow con dettagli Phantom Black. C’è poi infine (a destra) Phantom Black con accenti Dark Silver e bianchi. Tutte presentano scritte Tracker sul serbatoio, strisce racing e dettagli effetto fango sul codino.
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Tutto sotto controllo
La Triumph Tracker 400 non si limita a fare scena, ma mette anche il pilota nelle condizione di assumere una posizione di guida attiva, proprio in stile Dirt Track. Rispetto alla Speed 400 il manubrio è 23 mm più largo e 134 mm più basso, sempre sovrastato da uno strumento digitale multifunzione circolare. Le pedane, dal canto loro, sono invece arretrate di 86 mm e rialzate di 27. La sella completa la triangolazione, posizionandosi a 805 mm da terra. Per favorire il controllo la frizione è di tipo assistito e il pilota può contare anche su un traction control disattivabile. Anche l’assetto prevede una messa a punto specifica per le sospensioni. La forcella big piston a steli rovesciati da 43 mm e con foderi anodizzati assicura un’escursione di 140 mm alla ruota. Il monoammortizzatore vanta la regolazione del precarico e lascia la ruota libera di oscillare per 130 mm.
Un cuore piccolo ma generoso
Quanto al motore, la Tracker 400 monta l’ultima evoluzione del moniclindrico 400 di Triumph. Si tratta di una configurazione che rispetto a quella iniziale presenta alcuni componenti diversi, a partire dall’albero a camme, e presenta una differente messa a punto. Il risultato è una potenza massima di cresciuta del 5% fino a un picco di 42 CV a 9.000 giri, con anche una maggior propensione a girare agli alti regimi. Il tutto senza rinunciare al tiro ai bassi, con l’80% della coppia massima di 37,5 Nm disponibile già a 3.000 giri. Questo propulsore si ritrova anche sulla Thruxton 400, su cui vale ora la pena di spostare l’attenzione.
La Thruxton 400 come damigella d’onore
L’annuncio della Tracker 400 è accompagnato, come accennato anche all’inizio, dalla ufficializzazione dell’arrivo anche della Thruxton 400 (foto sopra). La moto conferma in tutto e per tutto quanto mostrato in estate. Il suo principale elemento distintivo è dunque il classico cupolino dalle forme slanciate, che prendono origine dal faro circolare a LED. Alle sue spalle si notano semi-manubri clip on (con tanto di specchietti alle estremità) che rendono la posizione di guida più sportiva e allungata. Prendendo sempre come punto di partenza la Speed 400, l’impugnatura è 40 mm più stretta e ben 246 mm più bassa.

Le pedane fotocopiano invece la posizione già descritta per la Tracker, 86 mm più indietro e 27 più in alto. Anche per la Tracker 400 c’è una cover per il sellino del passeggero, ma le sue forme sono più tondeggianti. Altro dettaglio esclusivo è il tappo di rifornimento Tipo Monza, che dà un tocco speciale al serbatoio da 13 litri, lo stesso utilizzato anche dalla sorella.

La taratura delle sospensioni è specifica, con la forcella che riduce l’escursione di 5 mm. Restando in zona avantreno, la scheda tecnica segnala un lievissimo aumento dell’angolo del cannotto di sterzo e dell’avancorsa, a vantaggio della stabilità sul veloce. L’impianto frenante fotocopia quello della Tracker 400, con due dischi da 300 e 230 mm. Quanto poi al peso, la massa della Thruxton è di 176 kg, tre più di quelli dichiarati per la Tracker.
I colori della Thruxton 400
La Thruxton 400 ha una gamma colori specifica, con una tinta base e grafiche oblique che danno dinamismo all’insieme. Le varie livree hanno come tinte dominanti il Phantom Black (con Aluminium), il Carnival Red Gloss (con Aluminium Silver), il Pearl Metallic White (con Storm Grey) e il Metallic Racing Yellow (con Aluminium Silver).
La Thruxton 400 arriverà per prima sul mercato, attorno a marzo, seguita a un mesetto di distanza dalla Tracker 400.


