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Valentina Baldisserri e Ilaria Sacchettoni

L’ appello del presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato da Radio 1, ai giudici: «Decidano prima di Natale»

Gli avvocati presentano la documentazione. I giudici la studiano (e rinviano la decisione). La politica continua a incalzare. La famiglia Trevallion pazienta. 

Entro il 27 gennaio — ma forse assai prima, in teoria perfino oggi — la coppia anglo australiana del bosco di Palmoli (Chieti) avrà una risposta circa il ricongiungimento con i figli. Ieri era, infatti, la data spartiacque, termine ultimo per la presentazione delle carte a sostegno del reclamo. 



















































I difensori hanno presentato una trattazione che punta a ridimensionare le ragioni dell’ordinanza con cui il Tribunale per i minorenni dell’Aquila aveva sospeso la potestà genitoriale e aperto ai bambini le porte della casa famiglia di Vasto, accreditando anche l’idea di un vizio di forma in cui sarebbero incorsi i giudici: avrebbero saltato l’ascolto dei minori prescritto dalla convenzione Onu. 

Nel frattempo un appello del presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato da Radio 1, raggiunge i togati già in mattinata: «Decidano liberamente ma lo facciano prima di Natale, per far capire a questi bambini se passeranno o meno le Feste assieme ai loro genitori».

Si tratta a questo punto di combinare le criticità evidenziate dai giudici e le soluzioni proposte dalla famiglia. La collaborazione dei genitori non è in discussione, attestata anche dalla relazione dei servizi sociali (anticipata dal quotidiano Il Centro): «Si ribadisce — riepiloga l’assistente sociale Veruska D’Angelo — che anche l’individuazione delle problematiche riguardanti la situazione abitativa, socioeconomica, igienico sanitaria, socioculturale ed educativo relazionale è stata condivisa e sottoscritta dai genitori e dall’avvocato, riconoscendo e condividendo dunque tali aspetti»

Ma non è in discussione nemmeno il fatto che i tre bambini siano stati trattati in maniera «periferica» rispetto all’ideologia prevalente dei genitori: «Il disagio maggiore (con gli altri bambini, ndr) si può osservare quando si attivano fra loro confronti sia per le proprie esperienze personali che per le proprie competenze, in quanto si evidenziano deprivazioni di attività condivisibili con il gruppo dei pari, per esempio da un semplice gioco ad attività più specifiche come i compiti scolastici e le conoscenze generali».

«Deprivazioni», dunque. Qui è un organismo esterno rispetto al Tribunale a illustrare come i piccoli sarebbero stati tenuti fuori dal perimetro delle leggi che tutelano i minori. Con un’antologia di esempi: «Il loro sonno è stato turbato dalla presenza, all’interno della stanza, di oggetti di uso comune quali l’interruttore della luce e il pulsante di scarico dello sciacquone del bagno». E ancora: «L’igiene personale dei minori è apparsa subito scarsa e insufficiente. Gli operatori sono riusciti a fare la doccia ai bambini soltanto nella serata del secondo giorno di collocamento ma solo con acqua, non volendo usare i saponi messi a disposizione… Uno dei fratelli ha dimostrato timore nei confronti del soffione della doccia. Rispetto al cambio degli indumenti i bambini hanno spiegato che indossano gli stessi vestiti per un’intera settimana e in genere il sabato li cambiano».

La relazione centra il tema, sollevato dal Tribunale dei minori, di un isolamento dei bambini che un domani potrebbe danneggiarli. L’assistente sociale sottolinea come il suo lavoro sia esclusivamente «tecnico», lungi dal voler giudicare «lo stile di vita» della famiglia. Ma i bambini come interagiscono con gli ospiti della casa famiglia? Sembrano essersi convertiti presto alle comodità, come prevedibile: «Reagiscono con gioia e gratitudine alle varie attenzioni che ricevono, dai vestiti puliti e profumati che annusano continuamente oltre ad annusare le persone che li circondano, alle varie attività ludiche proposte, esprimendo spesso di voler restare “al caldo”».

Dal garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Abruzzo arriva, intanto, un monito: «Violata la privacy di questi bambini. Sono state pubblicate informazioni riservate, sulla scolarizzazione, sulle vaccinazioni o sullo stile di vita che dovevano transitare in un fascicolo non sui media. La riservatezza viene prima del diritto di cronaca».


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17 dicembre 2025 ( modifica il 17 dicembre 2025 | 08:12)