di
Paolo Condò

Un trofeo è un trofeo, ma la sola Supercoppa potrebbe bastare forse solo al Bologna, a patto di confermare il piazzamento europeo

La principale caratteristica di un campionato che dopo 15 giornate stenta a trovare padroni è l’estrema volatilità del suo andamento. In quattro mesi abbiamo assistito a ogni tipo di leadership, e soltanto due volte la vetta è rimasta uguale da una settimana all’altra, la prima con la coppia Napoli-Roma, la seconda col tandem Milan-Napoli. L’Inter adesso è in testa da sola, ed è la quarta squadra a riuscirci dopo Napoli (due volte), Milan e Roma.

Fin qui niente è mai durato, il che complica il pronostico per la Supercoppa. Genova ha appena lucidato l’argenteria dell’Inter, che veniva però da un ciclo di 6 partite macchiato da 3 sconfitte, ed erano stati k.o. dolorosi contro Milan, Atletico e Liverpool. Dopo la famosa settimana sabbatica di Conte in corrispondenza della pausa nazionali, il Napoli aveva tirato fuori una serie di 5 vittorie pesanti contro Atalanta, Roma e Juve in campionato, Qarabag in Champions e Cagliari (ai rigori) in coppa Italia. Un ciclo serio, che certo non lasciava presagire i crolli successivi con Benfica e Udinese.



















































Il Milan continua a procedere in modo tradizionale — è l’unico ad aver perso una volta sola a fronte dei quattro rovesci di Inter, Napoli e Bologna — ma fa il pieno contro le grandi e perde un sacco di punti con le piccole. La cosa viene trattata come un fatto esoterico, ma le ragioni tattiche che la spiegano non sono così astruse: se può giocare di rimessa il Milan è letale, se deve imporsi all’avversaria le lascia il contropiede, e la difesa meno protetta paga dazio. Il Bologna, infine, era in fase di decollo quando due k.o. casalinghi (prima della Juve, e passi, c’era stata la Cremonese, e insomma) gli hanno impiombato le ali, mentre nelle coppe sta procedendo. Ah, il Milan è uscito dalla Coppa Italia, togliendosi l’ultima fonte di match infrasettimanali. Una volta tornato dall’Arabia Saudita gli resteranno 23 partite: le potenzialità delle altre tre arrivano fino a 15 gare in più. E pensate che malgrado questa discrepanza, proprio il Milan è il più indiziato di movimenti a gennaio.

Un trofeo è un trofeo, ma la sola Supercoppa potrebbe bastare forse al Bologna, a patto di confermare il piazzamento europeo. O magari al Milan — che è lo strano campione uscente, con le rimonte su Juve e Inter e il sigaro di Conçeicao — ma in parallelo a una solida qualificazione Champions. Questo è il motivo per cui Napoli e Inter saranno le più nervose delle due serate, stanche in definitiva delle aspettative che suscitano da agosto. Conte vede una luce in fondo al tunnel col rientro ormai vicino di Lukaku, che non è soltanto un uomo ma una filosofia di gioco. Fin qui molto apprezzato dal punto di vista dialettico, perché è chiaro e non cerca scuse, a Chivu in settimana è slittata la frizione quando se l’è presa con chi vedeva l’Inter ottava: faccia i nomi please, che gli ritiriamo la tessera. Non li farà perché nessuno s’è mai sognato di sparare una simile scemenza, e dunque il suo era un messaggio a uso interno, si additano i giornalisti fuori quando non puoi prendertela con gli oppositori in casa. Mah. 

Alla fine quando c’è un pronostico da fare è sempre l’Inter che pare preferibile, in fondo ha già segnato 51 gol nelle tre competizioni, il Napoli con lo stesso numero di gare è arrivato a 29. Ma a piazzare trappole il più astuto è Allegri, che in nessun caso dovrà fare la partita. Sullo sfondo s’intravvede un dischetto del rigore.

17 dicembre 2025