Il cinema è fatto di montaggio, di tagli, di inquadrature che cambiano per guidare lo sguardo dello spettatore. Ma cosa succede quando un regista decide di eliminare i tagli e girare una scena, o addirittura un intero film, in un unico flusso continuo?
È in questo modo che nasce il piano sequenza, una delle tecniche più affascinanti della settima arte.
Questa tecnica fa in modo che la cinepresa catturi i personaggi e la loro storia senza interruzioni, immergendoci completamente nel film. Non c’è montaggio visibile. Quasi sempre si tratta di un’illusione, perché nella maggior parte dei casi i tagli ci sono, ma vengono nascosti con maestria, eppure quando funziona, ci dà la sensazione di vivere la storia in tempo reale, senza poter distogliere lo sguardo.
Oggi esploriamo tre film che hanno usato il piano sequenza in modi indimenticabili.
Michael Keaton interpreta un attore in declino. Una volta era una star, tutti lo conoscevano per aver interpretato un supereroe. Ma il tempo passa, il pubblico dimentica, e oggi lui è un attore che cerca disperatamente di tornare sotto i riflettori. La sua occasione è Broadway: uno spettacolo che dovrebbe riportarlo in alto.
Solo che mentre prova, la sua mente comincia a giocargli brutti scherzi. Ansie, paure e fantasie lo assediano, fino a rendere impossibile capire dove finisca la realtà e dove comincino le allucinazioni.
Ed è qui che Birdman diventa qualcosa di speciale. Non ci racconta la sua storia “da fuori”: ci butta direttamente nella sua testa. Il film sembra girato tutto in un unico piano sequenza, senza mai fermarsi. La macchina da presa lo segue ovunque, passo dopo passo, senza darci il tempo di respirare.
E noi, spettatori, restiamo intrappolati con lui: condividiamo i suoi pensieri, le sue paure, i suoi momenti di follia.
Merito anche del direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, che nasconde i tagli con una precisione incredibile. Così ci sembra davvero di vivere tutto in tempo reale.
Il risultato non è solo un film da guardare, ma un’esperienza che senti addosso, come se fossi tu a camminare dietro le quinte di quel teatro insieme al protagonista.
Birdman: Il trailer italiano del film – HD
Se Birdman finge di essere un piano sequenza, Arca russa lo è davvero. Girato interamente in un’unica ripresa di 96 minuti, senza nessun taglio, il film è una delle imprese tecniche più incredibili mai tentate al cinema.
Il film ci porta dentro le sale maestose del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo e, mentre la macchina da presa si muove senza mai fermarsi, attraversiamo tre secoli di storia russa. A guidarci ci sono centinaia di attori e comparse in costume, un’orchestra che suona dal vivo, e la sensazione continua di trovarci davvero lì, tra quadri, specchi e corridoi infiniti.
Il risultato è ipnotico: non soltanto una sfida tecnica, ma un viaggio che unisce poesia e filosofia, riflettendo sul rapporto tra arte, memoria e identità.
Pensate alla difficoltà: una sola ripresa, con la consapevolezza che anche il più piccolo errore avrebbe obbligato a ricominciare tutto da capo.
Con Arca Russa, Aleksandr Sokurov non ha solo stupito con la forma: ha dimostrato che il piano sequenza può trasformarsi in un vero e proprio saggio visivo, capace di parlare direttamente allo spettatore.
La Prima Guerra Mondiale raccontata come mai prima d’ora. Due giovani soldati britannici ricevono un compito disperato: attraversare le linee nemiche per consegnare un messaggio che può salvare centinaia di vite.
Sam Mendes sceglie di mostrarci la loro missione come se la vivessimo in diretta, senza tagli evidenti, in un finto piano sequenza che dura quasi tutto il film. La fotografia di Roger Deakins (premiata con l’Oscar) costruisce immagini straordinarie, ma sempre al servizio della tensione e dell’immedesimazione dei soldati.
Il risultato è un’esperienza immersiva e claustrofobica: ogni passo dei protagonisti diventa il nostro, ogni corsa ci lascia senza fiato. La loro missione diventa la nostra.
Con 1917, il piano sequenza diventa un modo per farci sentire la guerra sulla pelle, come se fossimo lì con loro.
1917: Il Trailer Italiano Finale del Film – HD
Perché il piano sequenza ci affascina così tanto?
Perché ci toglie la possibilità di distogliere lo sguardo. Non ci dà pause, non ci permette di rielaborare: ci costringe a vivere la storia insieme ai personaggi, minuto dopo minuto.
Che sia il caos di un teatro a Broadway, i corridoi infiniti dell’Ermitage o le trincee insanguinate della Prima Guerra Mondiale, questi tre film dimostrano che il piano sequenza non è solo una scelta estetica, ma un modo di trasformare il cinema in un’esperienza totalizzante.