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Giulia Taviani
La star del pop è cresciuta con il suo pony in una fattoria di alberi di Natale, frequentando il teatro e scrivendo le prime canzoni. Su Disney+ il documentario sul suo tour mondiale, nel quale racconta anche il «Bonus day»: un premio di 197 milioni di dollari per ringraziare il suo staff
Prima di diventare una popstar mondiale, Taylor Swift è stata una bambina cresciuta con il suo pony in una fattoria di alberi di Natale della Pennsylvania insieme alla mamma Andrea, ex dirigente di marketing, al papà Scott, consulente finanziario e al fratello Austin, di tre anni più giovane. Frequentava la scuola di teatro e partecipava ai concorsi di canto. A 11 anni ha anche cantato l’inno americato a una partita dell’Nba.
Ma le sue idee sono sempre state chiare, e puntavano tutte verso il successo. Dal 12 dicembre, il giorno prima del suo 36esimo compleanno, è disponibile su Disney+ Taylor Swift: The Eras Tour, il documentario sul tour dei record di Taylor Swift, concluso un anno fa a Vancouver (sempre su Disney+ è disponibile anche il film dell’ultima data). Un tour durato 21 mesi, in 21 Paesi con 149 concerti e un incasso di circa 2 miliardi di dollari. Un merito dovuto anche allo sforzo della sua crew, che ha deciso di ringraziare – come racconta nel corso dei sei episodi – con un bonus di oltre 197 milioni di dollari, scrivendo a mano un biglietto personalizzato per ogni membro del suo staff.
Prima di quel tour c’erano stati undici album (il dodicesimo, The Life of a Showgirl, è uscito lo scorso ottobre), la re-incisione dei primi quattro, un dissing con Kanye West, l’annuncio delle malattie dei genitori, la lotta contro l’anoressia, ma anche 1.630 premi vinti su oltre 2.800 nomination, che l’hanno resa una delle artiste più premiate della storia.
La fattoria di alberi di Natale
La storia di Taylor Swift inizia il 13 dicembre 1989 a West Reading, in Pennsylvania, in una fattoria di alberi di Natale (sulla quale ha scritto Christmas Tree Farm), dove è cresciuta in compagnia del suo pony, dei genitori, del fratello e della nonna, la cantante lirica Marjorie Finlay. Ha frequentato un asilo Montessori e poi la scuola privata Wyndcroft, vicino a Pottstown. Il suo insegnante del tempo l’ha ricordata come «un piccolo raggio di sole che rimbalzava ovunque».
In quegli anni frequenta anche la scuola di teatro, guadagnandosi i ruoli di Sandy in Grease e di Maria in The Sound of Music, ascolta cantautrici come Shania Twain e scrive Lucky You, il primo brano realizzato quando aveva dodici anni. Sempre nel 2002, dopo aver partecipato a fiere e competizioni locali come fiere e competizioni, viene chiamata per cantare l’inno americano prima della partita Nba tra Detroit Pistons e Philadelphia 76ers.
Nashville e il bullismo a scuola
A 14 anni si trasferisce con la sua famiglia a Hendersonville, vicino Nashville, capitale della musica country, che già frequentava saltuariamente per cercare di trovare contatti con le etichette locali. Già da quando avweva 11 anni, i genitori la accompagnavano in città durante le vacanze scolastiche per lasciare alle case discografiche i suoi demo.
Nella nuova città frequenta la Hendersonville High School, per poi concludere gli studi a casa con il programma della Aaron Academy, una scuola cattolica privata, e dare la priorità alla sua nascente carriera musicale.
Al liceo aveva sperimentato anche la meschinità di certe compagne, che l’avevano presa di mira per la sua aria da «brava ragazza» e per la sua passione per il country. Il suo sogno di diventare una star lasciava i compagni indifferenti, abituati a quell’entusiasmo tipico di chi viveva a Nashville, e a cui stonava anche il suo stile fatto da vestiti firmati Abercrombie & Fitch e dalla Lexus SC430 cabrio (l’auto guidata da Regina George in Mean Girls), ricevuta per i suoi 16 anni.
Il contratto con la Big Machine Records
Un anno dopo il suo trasferimento in Tennessee, e dopo aver lavorato per poco tempo con altre case discografiche, grazie a una stellare performance al The Bluebird Café di Nashville Swift ottiene un contratto con l’etichetta discografica Big Machine Records (fondata quello stesso anno da Scott Borchetta e che raggiungerà il successo proprio grazie a Taylor).
Il 19 giugno 2006, pubblica il suo singolo di debutto, Tim McGraw, scritto durante il corso di matematica del suo primo anno alla Hendersonville High School. La canzone prende il titolo dall’omonimo cantante country, tra i preferiti da Swift.

E così, nel 2006, a 16 anni, esce l’omonimo album di debutto Taylor Swift con brani destinati a entrare nella storia come Our Song o Teardrops on My Guitar (scritta per il talent show del liceo e ispirata alla storia d’amore da poco conclusa con un compagno più grande), anche se i più iconici Love Story (composta sul pavimento della sua camera da letto in circa 20 minuti) e I Belong With You arriveranno con il secondo album, Fearless, uscito due anni dopo.
Nel maggio 2007 canta la canzone dedicata a McGraw davanti a lui e a Faith Hill, in occasione degli Academy of Country Music Awards, concludendo l’esibizione stringendogli la mano. Quell’anno i due la porteranno in tour con loro, affidandole il compito di aprire i concerti. Ma che fosse destinata al successo era già chiaro. Taylor Swift debutta in diciannovesima posizione nella classifica Billboard 200, restando in classifica per 257 settimane e segnando un record per il decennio 2000-2010.
Dal country al pop
A soli 16 anni conquista un record: è la prima donna a scrivere o co-scrivere tutte le canzoni di un album country di debutto certificato disco di Platino negli Stati Uniti, iniziando a vendere milioni di copie e a raggiungere il grande pubblico. Fearless, pubblicato nel 2008, conquista subito il primo posto in classifica e diventa l’album più premiato nella storia della musica country, sei volte disco di Platino.

Ancora adolescente vince l’Horizon Award della Country Music Association e il premio come miglior nuova vocalist femminile dell’Academy of Country Music per il 2007. Poi ottiene la nomination come miglior nuova artista ai Grammy, che dominerà nel 2010 quando sarà l’artista più giovane a vincere un Grammy per il miglior Album dell’anno grazie sempre a Fearless.
Capisce anche che non può restare attaccata allo stesso genere per sempre, e così si reinventa, e nel 2012 con Red inizia a inserire note di musica pop per adeguarsi a uno scenario in costante cambiamento. Nel frattempo compare anche sul grande schermo: nel 2009 ha un cameo nel film Disney Hannah Montana The Movie, mentre nel 2010 ottiene un ruolo in Appuntamento con l’amore, e nel 2011 collabora alla colonna sonora di Hunger Games.
I disturbi alimentari e la malattia dei genitori
Ma se sullo schermo la sua vita risulta perfetta e in costante crescita, nel piccolo della sua casa le cose vanno diversamente. Solo in occasione dei suoi trent’anni, racconta di aver sofferto di anoressia intorno al 2008, quando aveva diciotto anni. «Capitava di vedere una mia foto in cui mi sembrava che la mia pancia fosse troppo grande, o che qualcuno ipotizzasse che fossi incinta… che dentro di me scattava “smetti di mangiare”, “muori di fame”».
A questo si aggiungeranno, in futuro, altri problemi familiari. Nel 2020 annuncia che alla madre, a cui Swift è sempre stata molto legata, dopo il cancro al seno che l’ha colpita nel 2015 è stato diagnosticato un tumore al cervello. In quell’occasione racconta anche che il padre è stato operato due volte, per un cancro alla prostata e per un bypass coronarico.
Il dissing con West e la battaglia legale
Nel mentre Swift vive un momenti difficili anche a livello personale e lavorativo. L’album Reputation arriva durante una crisi emotiva – e dopo un anno di pausa dai riflettori – in seguito alla diatriba con Kanye West, che durante la premiazione per il miglior video agli MTV VMA del 2009 (Swift non aveva nemmeno 20 anni) era salito sul palco urlando che avrebbe dovuto vincere Beyoncé. Seguirà un brano in cui West si vanta di aver reso lui famosa Swift, proprio grazie a quella serata.
A questo si aggiunge anche la divulgazione di una telefonata tra lui e Swift, che sembrerebbe dimostrare che la popstar era d’accordo con quel teatrino (si scoprirà poi che si trattava di un falso). Reputation vende oltre 1 milione e 328 mila copie, il tour incassa quasi 500 milioni di dollari.
Dieci anni dopo, nuovo dramma: nel 2019 Swift racconta la battaglia legale con il suo ex manager Scooter Braun, accusato di aver comprato i master dei suoi primi sei album, diventando proprietario della sua etichetta Big Machine Records costringendola ad andarsene e a re-incidente quattro di quegli album aggiungendo la dicitura Taylor’s version. «È stato come rileggere i miei vecchi diari – racconta durante il documentario -, riflettere sulla ragazza che ero e celebrare il mio passato».
Si tratta della prova d’amore definitiva, i fan restano fedeli e comprano anche gli album re-incisi, a cui aggiunge alcune canzoni inedite.
Infine la consacrazione con il tour mondiale dei record, l’Eras Tour, e la conclusione definitiva della battaglia legale con l’annuncio di aver riacquisito i diritti dei master dei suoi primi sei album.

I drammi amorosi
Un altro filone è quello sentimentale. Dopo aver vissuto in prima persona numerosi drammi amorosi, Swift inserisce le sue delusioni nei suoi testi e video, abituando i fan a cercare frecciatine e riferimenti tra le righe.
Esistono lunghi video di spiegazione su quali brani si riferiscono a quali ex, da Joe Jonas, con cui è uscita nel 2008 e a cui è dedicata Mr. Perfect Syles, a Lucas Till (2009) a cui dobbiamo You Belong With Me, a Jake Gyllenhaal che ha frequentato nel 2010 e grazie al quale possiamo apprezzare la versione di 10 minuti di All Too Well. Ma l’elenco comprende anche Taylor Lautner e Harry Styles, Calvin Harris e Tom Hiddleston.
«Le rotture sono difficili – ha raccontato Swift a Marie Claire Usa nel 2013 – e hai bisogno della musica per superarle. Sono felice di essere il musicista di riferimento per le rotture. La gente ha bisogno di musica quando le manca qualcuno, quando si strugge per qualcuno, quando sta cercando di elaborare quello che è appena successo».
Secondo Michele Lallai, autore di Taylor Swift – The One (primo libro italiano che racconta la sua vita e analizza 144 canzoni per 10 album), è proprio grazie ai suoi tormenti teen che la «facevano sentire una sfigata a scuola» che le persone si sono identificate in lei e nei suoi brani.
Finché non è arrivato l’incontro con Travis Kelce.
La relazione con Kelce e il cambio di rotta
A settembre 2023 Swift viene vista tra gli spalti dell’Arrowhead Stadium del Missouri per assistere alla partita del campione di football Travis Kelce, confermando così le voci di una loro storia d’amore.
Gossip che si rafforzano quando è lui a comparire, a giugno 2004, nella sezione Vip del suo concerto a Dublino. Da quel momento la loro storia diventerà sempre più seria, rendendo in un certo senso contenti anche i fan, che dopo aver ascoltato di tante storie fallimentari si consolano pensando che la loro Bridget Jones ha trovato l’amore.
Almeno fino ad agosto di quest’anno, quando su Instagram la popstar mostra l’anello annunciando il fidanzamento ufficiale. I fan l’accusano di essere entrata in «un’era conservatrice», con l’addio alla «gattara senza figli» – come si era definita lei stessa nel post di sostegno ai democratici durante la campagna per le Presidenziali – lamentandosi del rischio di diventare una Trad Wife (mogli conservatrici che lasciano la carriera per occuparsi di marito e figli).
A questo si aggiunge l’uscita a ottobre del dodicesimo album The Life of a Showgirl, il cui solo annuncio (durante il podcast curato da Travis Kelce e dal fratello) ha generato record di pre-saved e di pre-ordini dell’edizione speciale in cd e vinile, e che tutt’ora continua a macinare successi. Eppure, i 19 brani caratterizzati dal lieto fine hanno lasciato i fan delusi, traditi in qualche modo dopo una vita fatta di drammi amorosi che l’hanno resa così reale e vicina alla storia di ogni adolescente al mondo.
Eppure, per quante critiche abbia sollevato negli ultimi mesi, l’effetto Swift non si ferma, e in Germania c’è ancora chi fa la fila fuori dal Museo statale di Wiesbaden solo per ammirare il quadro di Friedrich Heyser che ha ispirato la sua The Fate of Ophelia, primo singolo a raggiungere i 30 milioni di stream in un solo giorno, e la cover del nuovo album, lasciando presupporre che – matrimonio sì o matrimonio no – Swift continuerà a macinare record su record.
17 dicembre 2025 ( modifica il 17 dicembre 2025 | 11:55)
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