di
Fabrizio Caccia

Nell’ultimo mese hanno lasciato la rivista anche il professor Federigo Argentieri, l’analista Franz Gustincich e l’economista Giorgio Arfaras

«Non potevo restare un minuto di più accanto a tutti quei filoputiniani sfegatati — racconta il generale in pensione Vincenzo Camporini, 79 anni, ex capo di Stato maggiore della Difesa — così l’altro giorno ho scritto al direttore, Lucio Caracciolo, pregandolo di togliere il mio nome dal Consiglio scientifico della rivista Limes. Che, segnalo, in tutti questi anni non si è mai riunito! Comunque Caracciolo è stato gentilissimo e il mio nome l’ha tolto subito».

Filoputiniani sfegatati? «Le nostre posizioni erano ormai inconciliabili — taglia corto Camporini — troppo filorusso e antieuropeista Caracciolo, riguardo all’Europa la pensa ormai come Donald Trump. Così parlandone con altri, abbiamo deciso insieme di uscire». E così è stato. 



















































Nell’ultimo mese hanno lasciato Limes, oltre a Camporini, Federigo Argentieri, professore di Scienze politiche e direttore del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University, l’analista geopolitico Franz Gustincich e l’economista Giorgio Arfaras. Argentieri ha detto all’Adnkronos che la copertura mediatica sull’Ucraina ormai «è una nube tossica che avvelena il pubblico e finisce per influenzare la politica». E su Caracciolo: «Quando una fonte autorevole contribuisce alla disinformazione, il danno è più grave».

E come reagisce, il direttore-fondatore (nel 1993), davanti alla fuga delle firme? «Stiamo parlando di 4 persone — eccepisce ironico —. Non voglio far polemiche perché restano amici, ma la verità è che siamo entrati in uno scenario di guerra e allora o ti metti l’elmetto o non hai diritto di discutere. Il telegramma di Argentieri, Gustincich e Arfaras era tassativo, senza dirmi neanche buongiorno. Mi hanno chiesto di rimuovere i loro nomi dalla rivista entro il 2025 e io l’ho già fatto. Ma poi ho letto che Argentieri non condivide le mie posizioni sull’Ucraina dal 2004. Perché ha atteso tanto?».

Caracciolo ha voglia di rispondere agli attacchi: «Io non ho mai censurato nessuno, ho pubblicato parecchi articoli filoucraini e non è colpa mia se gli articoli dei russi sono più pesanti, loro sono fatti così. Noi siamo una rivista di analisi geopolitica e per fare analisi devi ascoltare tutte le voci, il nostro motto è preso da Matteo “Ama il tuo nemico”, dobbiamo aiutare chi legge a capirci qualcosa in questo caos». E chiude, con spirito: «È vero, mi danno sempre del filorusso, ma io ero pagato dall’Urss nel 1973, quando scrivevo per Nuova Generazione, il periodico della Fgci…». 

Ora invece è in corso la trattativa tra il Gruppo Gedi che edita anche Limes e il magnate greco Theo Kyriakou: «Non sappiamo quanto magnate sia, di sicuro Limes continueremo a farlo, esattamente così com’è, finché ci sarà possibile».


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17 dicembre 2025 ( modifica il 17 dicembre 2025 | 16:11)