GUAGNANO/SALICE SALENTINO – Si è concluso con quattro condanne, due assoluzioni e un proscioglimento, il processo scaturito dall’operazione “Aequanius”, che fece luce su un giro di affari illeciti attraverso prestiti con tassi usurai del 10 percento mensile a Guagnano e nella vicina Salice Salentino tra il 2010 e 2012. I reati contestati a vario titolo, nell’inchiesta coordinata a suo tempo dal sostituto procuratore della Dda di Lecce Alessio Coccioli, oggi a capo della Procura di Matera, erano usura, estorsione e tentata estorsione.

Questo il verdetto emesso nella serata di oggi, dopo una lunga camera di consiglio, dal collegio penale del Tribunale di Lecce presieduto dalla giudice Bianca Todaro: 6 anni di reclusione, più 12.500 euro di multa, a fronte degli 8 anni, più 20mila euro di multa, invocati dalla Procura, ad Antimo Leone, 65enne originario di Guagnano; 3 anni e 6 mesi, più 8.500 euro di multa, per Anna Palazzo, 51enne di Salice Salentino, per la quale erano stati chiesti 4 anni e 20mila euro di multa. La stessa istanza, la pubblica accusa l’aveva formulata anche per Elio Quaranta, 62enne di Salice Salentino che, assistito dall’avvocato Antonio Savoia, è invece riuscito a ottenere un verdetto di assoluzione “per non aver commesso il fatto”.

Per Antonio Fernando Olivieri, 71enne, di Guagnano, e Ciro Iaia, 88enne, di Guagnano che rispondevano di tentata estorsione la pena stabilita è stata rispettivamente di 4 anni e 800 euro di multa e di 3 anni e mezzo, più 700 euro di multa. Per entrambi, la richiesta era di 6 anni, più 10mila euro di multa per il primo e 20multa per il secondo.

Il Tribunale, in linea alle valutazioni del pm, ha inoltre assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” Pasquale Giannotte, 50enne di Salice Salentino, e ha dichiarato, il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Antonio Pacella, 57enne di Salice.

Erano tre le persone offese che si erano costituite parte civile al processo con gli avvocati Americo Barba, Chiara Fanigliulo e Michele Palazzo, per due delle quali è stato riconosciuto il risarcimento del danno in separata sede e provvisionali. 

A dare il via alle indagini fu proprio la denuncia di una di queste, un imprenditore, nel 2012, che trovandosi in difficoltà economiche nella gestione della sua attività di compravendita di auto usate chiese in prestito somme di denaro, arrivando anche a essere intimidito con la violenza. Nello specifico da Leone che, secondo l’accusa, per “convincerlo” a restituire i 10mila euro ricevuti, l’avrebbe minacciato con un piccone, spingendolo così a svendere a terzi un terreno di famiglia per lo stesso importo. 

Non appena saranno depositate le motivazioni, entro novanta giorni, gli imputati valuteranno il ricorso in appello. Facevano parte del collegio difensivo, gli avvocati: Luigi e Roberto Rella, Francesca Conte, Antonio Savoia, Salvatore Rollo, Giuseppe Bonsegna, Gabriele Valentini.

Nel procedimento erano coinvolte altre tre persone, una delle quali, all’epoca dei fatti, direttore di banca, che scelsero di essere giudicati con il rito abbreviato come riportato in questo articolo.

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