La parte del maximendamento del governo alla manovra che riguarda le pensioni è in fase di assestamento. Dopo la bufera sulle norme che causerebbero un aumento dell’età pensionabile, che in alcuni casi arriverebbe a due anni e mezzo in più, il testo del governo è stato sommerso di subemendamenti, presentati anche dalla maggioranza. Ma soprattutto è arrivato l’annuncio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Senato: la misura forse più contestata, quella che depotenzia il riscatto della laurea breve come mezzo per andare in pensione prima (e su cui si dividono anche i costituzionalisti), viene corretta, escludendo la retroattività. In sostanza, per chi ha già avviato il riscatto non cambia nulla. La stretta, quindi, dovrebbe valere solo sulle pratiche che verranno aperte dopo l’entrata in vigore della legge di Bilancio, cioè dal prossimo primo gennaio. Dovrebbe restare invariata, invece, l’altra misura che fa discutere: l’allungamento della durata della «finestra mobile», cioè l’attesa tra la maturazione della pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno per le donne) e la decorrenza dell’assegno. L’attuale finestra di tre mesi aumenterà a partire dal 2032, per salire fino a 6 mesi dal 2035. Da questa stretta sulle pensioni il governo stima risparmi a regime (nel 2035) pari a 2 miliardi.
18 dicembre – 07:23
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