di
Alessandro Bocci

Azzurri e rossoneri hanno perso la vetta a discapito dell’Inter nell’ultima giornata: chi vince può trovare fiducia anche per il campionato

La Supercoppa lontana dall’Italia per ragioni di portafoglio non vale soltanto il primo titolo della stagione ma può aiutarci a capire meglio gli equilibri nella corsa allo scudetto che non ha, almeno sino adesso, un vero padrone. Stasera si sfidano Napoli e Milan, terza contro seconda dietro all’Inter regina: chi perde tornerà a casa prima e forse potrà preparare meglio il campionato, ma di sicuro lo farà con il cervello pieno di interrogativi. Conte e Allegri, i più scafati e titolati a Riad, si presentano alla semifinale con il cuore in allarme. Il Napoli ha perso a Udine ben oltre l’1-0 del risultato ed è stato il secondo fragoroso capitombolo consecutivo dopo il tonfo contro Mourinho e il Benfica. Sette sconfitte fuori casa sono il segno che i discepoli di Antonio, senza la spinta dei loro tifosi, perdono i poteri magici. Le ultime due si trasformano in allarme al di là dell’emergenza. Gli azzurri la crisetta sembravano averla superata e invece sia in Portogallo sia in Friuli sono sembrati spenti. La squadra deve ritrovare il furore di Conte in attesa del mercato. Il ritorno di Lobotka è ossigeno per il centrocampo, ma serve uno scatto mentale per ritrovare meccanismi e brillantezza. Una prova di maturità. 

Anche Allegri è arrivato in Arabia senza troppi sorrisi: l’attacco è depotenziato, Leao acciaccato e Modric e Rabiot sembrano stanchi. Max ha portato il Diavolo oltre i propri limiti e avrà bisogno, in attesa di Fullkrug, dello stesso slancio che Conte chiederà ai suoi giocatori. La semifinale di stasera si giocherà sul filo dei nervi. Il Milan, sino adesso, non ha fallito gli scontri diretti, ma tra Torino e Sassuolo ha subito 4 gol, segno che ha smarrito equilibrio e compattezza. Il pronostico è incerto ma chi andrà in finale troverà energie per dare la caccia all’Inter e allo scudetto. Vincere aiuta a vincere e non è soltanto un modo di dire. Lo sa anche il debuttante Chivu, che vuole il suo primo trofeo da allenatore. Anche la nuova capolista ha bisogno di una spinta: perché il campionato è apertissimo e gennaio, tra mercato e Champions, è un mese scivoloso.



















































18 dicembre 2025 ( modifica il 18 dicembre 2025 | 07:25)