di
Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Corteo di agricoltori nel centro della capitale belga chiedono garanzie sul futuro della Pac, risorse nel bilancio europeo e tutele sulla concorrenza nell’accordo Mercosur

Bruxelles, oggi 18 dicembre, si è svegliata sotto il rombo dei trattori prima ancora che iniziasse il vertice dei leader europei. Non un sottofondo folkloristico, ma quello che vorrebbe essere un avvertimento. Dal quartiere della Gare du Nord il corteo degli agricoltori si era mosso verso il cuore dell’Unione, arrivata nel pomeriggio dritto al quartiere europeo, dove i capi di Stato e di governo stanno discutendo di bilancio e commercio.

Oltre 8 mila manifestanti

In strada ci sono oltre 8mila manifestanti (secondo la polizia belga) e più di cinquecento trattori, arrivati soprattutto da Francia e Belgio, ma con una presenza italiana politicamente rilevante. Coldiretti e Copa-Cogeca guidano una mobilitazione che, nelle intenzioni, vuole essere tutto fuorché simbolica. «Questa è la prima volta che agricoltori di tutti gli Stati membri sono presenti alla stessa protesta. È un fatto storico», ha spiegato un portavoce del Copa-Cogeca a The Brussels Times, chiarendo che il messaggio è indirizzato direttamente alla Commissione europea. «Tutti temono che le decisioni di Bruxelles stiano mettendo una pressione insostenibile sul settore».



















































Idranti sulla folla

Nelle strade intorno al quartiere europeo la polizia ha predisposto misure di sicurezza e blocchi al traffico. Secondo quanto riporta il quotidiano belga Le Soir, gli idranti sono stati usati contro alcuni trattori parcheggiati nelle aree sensibili, mentre dal palco allestito su Boulevard Albert II si sono alternati gli interventi dei rappresentanti di oltre quaranta organizzazioni agricole, tra i palazzi di vetro e il rumore secco dei petardi lanciati dalla folla.

I timori e le richieste

Le organizzazioni agricole temono che nel prossimo quadro finanziario pluriennale la Pac possa subire una riduzione delle risorse o essere riorganizzata all’interno di un fondo più ampio, e chiedono maggiori garanzie sulle condizioni di concorrenza negli accordi commerciali. Lode Ceyssens, dirigente della Boerenbond, la principale organizzazione agricola fiamminga, lo ha detto esplicitamente ai giornalisti della Belgian News Agency, chiamando in causa direttamente le istituzioni europee: «L’accordo così com’è è fondamentalmente ingiusto per gli agricoltori e inganna i consumatori europei». Un’accusa che va oltre la tecnica commerciale e tocca la credibilità stessa dell’Unione. 

Il dibattito nelle istituzioni Ue

Il tema è oggetto di dibattito anche all’interno delle istituzioni Ue. In un’intervista a Euronews, l’eurodeputato dei Verdi Thomas Waitz ha affermato che «non si possono tagliare i fondi del 20% — che diventano il 40 considerando l’inflazione — e sacrificare gli agricoltori solo per il profitto di poche grandi aziende o dell’industria europea». Sul fronte politico, le riserve sull’accordo Mercosur restano forti tra alcuni Stati membri. L’Italia ha segnalato mercoledì le proprie perplessità, allineandosi alla posizione della Francia, che guida il fronte dei Paesi contrari a una firma immediata dell’intesa. 

Macron: «Parigi non è pronta a sottoscrivere l’accordo Mercosur»

Il presidente francese Emmanuel Macron, arrivando al vertice Ue, ha dichiarato che Parigi non è pronta a sottoscrivere l’accordo, sostenendo che «non torna» e che sono necessarie ulteriori concessioni e discussioni nei prossimi mesi. Macron ha affermato di aver avviato consultazioni con altri governi, tra cui quelli di Italia, Polonia, Belgio, Austria e Irlanda, sottolineando che gli agricoltori europei «affrontano già un numero elevato di difficoltà». Per questo, l’accordo non dovrebbe aggravare ulteriormente la pressione sul settore agricolo.

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18 dicembre 2025 ( modifica il 18 dicembre 2025 | 16:15)