di
Andrea Ducci
Von der Leyen rinvia l’accordo a gennaio. La richiesta delle clausole di salvaguardia
ROMA Slitta a gennaio la firma del trattato Mercosur. A comunicarlo a tarda sera ai leader presenti al Consiglio Europeo è la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Per il via libera all’accordo serviranno maggiori garanzie e tutele per le imprese agricole. Sono queste le condizioni richieste dal governo italiano per sottoscrivere l’intesa commerciale Ue-Mercosur per il libero scambio tra mercati europei e Paesi come Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay.
La nota di Palazzo Chigi
Con una nota, diffusa nel pomeriggio di ieri, Palazzo Chigi ha confermato che l’esecutivo «è pronto a sottoscrivere l’intesa non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione europea e possono essere definite in tempi brevi». Se è vero che il Mercosur abbatte reciprocamente i dazi con il mercato latino americano, con prevedibili benefici per le aziende europee attive nell’automotive e nella meccanica, a inquietare gli agricoltori, soprattutto italiani e francesi, resta l’idea che prodotti come riso, carne e zucchero, in arrivo dal Sud America faranno loro una concorrenza sleale.
L’intesa con Macron
Così alla vigilia del vertice Mercosur, che domani in Brasile avrebbe dovuto concludersi con la firma del trattato da parte della presidente Ue, Ursula von der Leyen, l’intesa è saltata. La mossa della premier Giorgia Meloni, a tutela degli agricoltori italiani, è analoga a quella adottata dal presidente della Francia, Emmanuel Macron. Intercettando così le ragioni del malessere del settore agricolo che ieri a Bruxelles ha manifestato contro il Mercosur e i tagli alla Politica agricola comune, con cortei e duri scontri in concomitanza dei lavori del Consiglio europeo.
La strategia di Roma e Parigi
Ad accomunare la strategia di Italia e Francia la volontà di incassare clausole di salvaguardia blindate, maggiori controlli sulle importazioni agricole e standard più rigorosi per i produttori del Mercosur. «Il conto non torna» e «questo accordo non può essere firmato», sono le parole pronunciate da Macron, arrivando al summit Ue. Il presidente francese rivendica una scelta di «coerenza di un’Europa che protegge la sua agricoltura e i suoi produttori. Siamo — dice — per il commercio, la Francia è una grande potenza agricola e agroalimentare che esporta», un quadro complessivo che spiega perché la Francia non intende «accettare di sacrificare la coerenza della nostra agricoltura, la nostra alimentazione e la sicurezza alimentare dei nostri compatrioti su accordi che non sono ancora finalizzati».
Le richieste di garanzie
Servono secondo Macron «una clausola di salvaguardia, un freno d’emergenza» e «misure di reciprocità». Sul fronte Ue la saldatura tra Roma e Parigi non sorprende von der Leyen, ma la costringe a imbastire un ennesimo negoziato per inserire nel trattato maggiori garanzie per le imprese agricole. Senza quelle tutele aggiuntive, del resto, la presidente della Commissione non avrà l’indispensabile via libera da due leader chiave per approvare il trattato che, invece, è apprezzato da Germania e Spagna.
Le tensioni con Lula
A fibrillare è anche il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, che nelle ultime ore ha prima lanciato un ultimatum dichiarando:«Se non lo facciamo ora, il Brasile non firmerà più l’accordo finché sarò presidente». Posizione in parte ammorbidita dopo il colloquio telefonico tra lo stesso Lula e la premier Meloni. «La mia sorpresa è stata apprendere che l’Italia, insieme alla Francia, non voleva firmare l’accordo — ha raccontato Lula in conferenza stampa —, ho parlato con Meloni e mi ha spiegato che non è contraria all’accordo, che sta vivendo un imbarazzo politico a causa degli agricoltori italiani, ma che è certa di poterli convincere ad accettarlo». Per chiudere servirà, insomma, negoziare ancora a lungo.
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18 dicembre 2025
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