di
Vera Martinella
Quasi un quarto dei carcinomi mammari diagnosticati fra il 2014 e il 2024 è stata riscontrato in persone d’età compresa tra 18 e 49 anni (età media 42)
Le statistiche raccolte negli ultimi anni hanno evidenziato il problema più volte: i casi di cancro nelle generazioni più giovani sono in crescita. Nella stessa preoccupante direzione va un’indagine che ha attirato l’attenzione degli specialisti riuniti, pochi giorni fa, al convegno annuale della Radiological Society of North America. I dati provenienti da sette strutture ambulatoriali nella regione di New York hanno, infatti, rilevato che quasi un quarto di tutti i tumori al seno diagnosticati in un periodo di 11 anni è stata riscontrato in donne di età compresa tra 18 e 49 anni.
Il nuovo studio
Il nuovo studio indica che tra il 2014 e il 2024, nell’area geografica considerata, sono stati diagnosticati 1.799 tumori al seno in 1.290 donne di età compresa tra 18 e 49 anni, che rappresentavano circa il 24% del totale di casi di carcinoma mammario registrati. 1.451 carcinomi erano di tipo invasivo (80,7%) e 347 non invasivi (19,3%).
Le pazienti avevano in media 42 anni e il 59% ha scoperto la malattia per dei controlli effettuati «su richiesta» e solo il 41% perché invitata a fare screening di prevenzione. «La maggior parte di questi tumori, oltre l’80%, era invasiva, il che significa che poteva diffondersi oltre il seno e molti erano di tipo aggressivo, soprattutto nelle donne sotto i 40 anni – commenta Stamatia Destounis, prima autrice dello studio e radiologa all’Elizabeth Wende Breast Care di Rochester, New York -. Questa ricerca dimostra che una percentuale significativa di tumori viene diagnosticata in donne sotto i 40 anni, un gruppo per il quale al momento non esistono linee guida di screening».
La la U.S. Preventive Services Task Force raccomanda, infatti, lo screening mammografico ogni due anni a partire dai 40 anni e fino ai 74 anni. «Le donne che, in base a determinati fattori, presentano un rischio elevato di cancro mammario potrebbero trarre beneficio da una risonanza magnetica al seno e da una mammografia ogni anno, in genere a partire dai 30 anni, ma al momento non esistono linee guida per le donne più giovani» aggiunge Destounis.
Lo screening con mammografia in Italia
E in Italia? La mammografia ogni due anni viene offerta a tutte le donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni, ma alcune Regioni hanno esteso i test in via sperimentale alla fascia 45-74 anni. In caso di esito positivo, viene avviato un percorso di approfondimento diagnostico con altri test di imaging (ecografia, risonanza magnetica, mammografia con mezzo di contrasto), esame citologico o biopsia. Diversi studi hanno dimostrato che lo screening con mammografia non è utile nelle donne più giovani, considerando anche il rischio di falsi positivi e l’esposizione a piccole dosi di radiazioni.
«Le statistiche indicano che una donna su otto, nel corso della vita, svilupperà un tumore al seno – ricorda Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova –. Ogni anno nel nostro Paese sono circa 55mila i nuovi casi di cancro al seno nelle donne, a cui si aggiungono 500 diagnosi negli uomini. Le possibilità di guarire, se la diagnosi è precoce, sfiorano il 90 per cento. Ecco perché è fondamentale che tutte le donne, più o meno giovani, si prendano cura della loro salute, non trascurino i controlli e neppure eventuali sintomi sospetti».
Sintomi da non trascurare
Il sintomo più comune è la presenza di un nodulo che non causa dolore e ha contorni irregolari. Altri segnali frequenti sono il rigonfiamento di una parte o di tutto il seno, la trasformazione della pelle che tende a diventare a buccia d’arancia, cambiamenti nella forma della mammella come la presenza di avvallamenti, alterazioni del capezzolo (in dentro), perdite di liquido o sangue dal capezzolo, rigonfiamento dei linfonodi nell’ascella, intorno alla clavicola o al collo. In tutti questi casi è necessario consultare il proprio medico che potrà richiedere gli esami più opportuni.
Il rischio di sviluppare un carcinoma della mammella aumenta con l’aumentare dell’età: le probabilità salgono dal 2,4 per cento fino a 49 anni (quando in pratica si ammala 1 donna su 40) al 5,5 per cento tra 50 e 69 anni (1 donna su 20), per poi ricominciare a scendere al 4,7 per cento tra 70 e 84 anni (1 donna su 25). La curva di incidenza cresce esponenzialmente sino alla menopausa (intorno a 50-55 anni) e poi rallenta con un plateau dopo la menopausa, per poi riprendere a salire dopo i 60 anni.
Casi in crescita prima dei 40 anni
«In tutto il mondo c’è grande preoccupazione per l’aumento dei tumori cosiddetti “early-onset” (vale a dire che “compaiono presto”, cioè si sviluppano in soggetti di età inferiore a 50 anni) – conclude Del Mastro -.
Un paio di mesi fa, il presidente Esmo Fabrice Andrè ha lanciato l’allarme perché già oggi circa un milione di casi di cancro ogni anno nel mondo viene diagnosticato in giovani adulti: tra il 1990 e il 2019 l’incidenza globale dei tumori “early-onset” è incrementata del 79% e la mortalità del 27.7%. E non è un caso se uno degli appuntamenti scientifici più importanti, il San Antonio Breast Cancer Symposium 2025 appena concluso, abbia aperto i lavori con una sessione speciale dedicata al carcinoma mammario nelle donne giovani.
Il rapido incremento dell’incidenza dei tumori è stata registrata soprattutto nei soggetti di età inferiore a 40 anni: persone per le quali, al momento, non sono previsti “controlli di routine”. Non sappiamo molto sulle cause: i possibili fattori di rischio includono obesità e sindrome metabolica, uso di antibiotici nella fase precoce della vita (con il conseguente impatto sul microbioma), maggiore esposizione a inquinanti ambientali e cambiamenti nello stile di vita (es. dieta, attività fisica, abitudine al sonno), ma c’è ancora molto da studiare per comprendere meglio questo fenomeno».
19 dicembre 2025
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