di
Guido Olimpio e Viviana Mazza

Sia Valente, sia il docente di fisica dell’MIT Ribeiro, avevano studiato all’Instituto Superior Tecnico

Claudio Manuel Neves Valente ha agito da killer freddo, preparato, attento ai dettagli. Ma alla fine è morto come tanti sparatori di massa tirandosi – secondo la polizia – un colpo in testa. E si è lasciato dietro molti interrogativi, a cominciare dal più importante: il perché ha ucciso due universitari alla Brown University e lo scienziato del MIT, Nuno Loureiro, a Brookline.

La storia dell’assassino ha un inizio, in apparenza, positivo. Valente frequenta il liceo a Torres Naves, a 75 miglia da Lisbona, i suoi voti sono alti. Infatti, fa parte di una cinquina di studenti selezionati per la loro bravura e poi impegnati in un test nazionale, successo ripetuto con la partecipazione ad una prova in Australia. Il suo percorso incrocia quello della sua futura vittima, Loureiro, allo Instituto Superior Tecnico della capitale dove entrambi studiano fisica ed è probabile è questo il momento in cui si conoscono. Siamo a metà anni ’90, periodo di formazione prima del grande balzo oltre Oceano.



















































Valente arriva negli Usa nel 2000 con un visto “studentesco”, si iscrive alla Brown University e vi rimane fino al 2001 quando si prende una pausa che si trasforma in ritiro nel 2003. Al momento non sono chiari i motivi del suo stop mentre è certo che, durante quel periodo, ha frequentato le aule Barus e Holley, le stesse poi teatro dell’attacco, le più vecchie del grande complesso e non dotate di un numero sufficiente di telecamere di sicurezza.

L’iscrizione all’ateneo è il primo elemento di contatto tra l’assassino e il bersaglio. Anche se non basta a spiegare l’azione. 

Una volta chiusa l’esperienza in Rhode Island Valente è rientrato in Portogallo ma non ha mai dimenticato l’America. E riesce a tornarci nel 2017 ottenendo la Green Card – permesso di residenza fondamentale per poter lavorare – grazie al sistema della Lotteria, con un certo numero di candidati selezionati e sorteggiati. Diverso il sentiero di Loureiro: terminato un periodo di ricercatore entra nel 2016 al MIT dove fa carriera diventando nel 2024 direttore di uno dei dipartimenti. Percorsi opposti, esistenze diverse.

Mentre lo scienziato si stabilisce nei sobborghi di Boston, il suo connazionale Valente si sposta in Florida. L’ultimo indirizzo noto porta a Miami-Dade, ad una bella villetta color pastello circondata dalle palme, con tre camere da letto e due bagni. Non era, però, di sua proprietà. E da qui è partito in aereo il 26 novembre diretto a Boston, la fase uno della sua missione. 

Il Primo dicembre ha noleggiato una vettura lasciando tracce – secondo la versione ufficiale – che saranno poi fondamentali per identificarlo. Il 13 passa all’attacco: esegue un sopralluogo alla Brown University e poi colpisce sparando dozzine di proiettili sugli studenti. Si allontana in modo calmo, ha adottato contromisure per evitare di essere identificato con rapidità, ha pensato ad una doppia targa ed altri accorgimenti. Mosse che indicano la pianificazione di un raid che, purtroppo, non è ancora terminato.

La sera del 15 dicembre uccide lo scienziato Nuno Loureiro, nella sua abitazione di Brookline, a circa 50 miglia da Providence. E poi prosegue la sua fuga che si chiude tre giorni dopo con il suicidio in un deposito di Salem.

Adesso viene la parte più difficile per gli investigatori: devono scoprire il movente partendo da ciò hanno. Valente ha frequentato la Brown dalla quale però si è ritirato, ha studiato fisica, conosceva Loureiro, figura prestigiosa nel mondo accademico, uno scienziato che ha ottenuto grandi riconoscimenti. Per il resto si possono solo fare ipotesi: rancore, odio, problemi personali. Non parliamo di un giovane alle prese con asperità della vita ma di un uomo di 48 anni che, come altri mass shooters, è uscito dall’anonimato usando la violenza. Cieca nei corridoi della Brown, mirata nei confronti di Loureiro.

19 dicembre 2025 ( modifica il 19 dicembre 2025 | 11:36)