Se dieci anni ci avessero detto che una finale del Grande Fratello sarebbe stata vista da 1.620.000 spettatori, un risultato a dir poco disastroso non solo per un reality che era partito sotto ben altri auspici ma anche per una prima serata importante come quella di Canale 5, probabilmente non ci avremmo creduto. Invece è tutto vero: il Grande Fratello ormai non è più in grado di offrire l’intrattenimento e la curiosità di una volta, forse perché ormai, da quando abbiamo i social, le vite degli altri le spiamo dal telefono e non abbiamo più bisogno di accendere la televisione per appassionarci alle storie di perfetti sconosciuti di cui ci dimenticheremo domani – incluso il nome della vincitrice eletta ieri sera su Canale 5, Anita Mazzotta, che nel corso delle settimane si è dimostrata abbastanza ininfluente non solo nelle dinamiche della Casa ma anche nelle preferenze del pubblico.

A far discutere più della finale trasmessa il 18 dicembre sono stati, però, due dettagli: una clip celebrativa del Grande Fratello che ha inserito al suo interno sia Daria Bignardi che Alessia Marcuzzi ma non Barbara D’Urso, che ricordiamo ha condotto il reality per cinque edizioni ma che ormai a Mediaset è come la kryptonite, e la poca incisività di Simona Ventura alla guida di una macchina che un po’ tutti speravano che sotto la sua guida rinascesse dalle sue ceneri. Della Simona grintosa dell’Isola dei Famosi, quella che non aveva paura di sporcarsi le mani e di mettere in riga i concorrenti lì dove sembravano prendere il sopravvento, in questo Grande Fratello abbiamo però visto ben poco: troppo dipendente dal gobbo, poco attenta all’ascolto e, cosa più importante, per niente a suo agio nel contesto – ricordiamo il momento dell’annuncio della presunta pace tra Israele e Hamas con tanto di plauso a Donald Trump comunicata ai concorrenti con un entusiasmo a dir poco fuori luogo, considerando anche che quando è stato chiesto un commento a Rasha e quest’ultima ha parlato dei tanti bambini uccisi a Gaza il commento è stato «quel che è stato è stato, ormai», come se la scaletta fosse più importante di quel dibattito -.