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Francesco Bertolino e Andrea Rinaldi

La piattaforma digitale dei pagamenti verso la Pubblica Amministrazione, che gestisce anche l’App Io, passa di proprietà per 500 milioni di euro.

L’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato (Ipzs) e Poste Italiane comprano PagoPA dal Ministero dell’Economia. All’Ipzs andrà il 51% del capitale della piattaforma per i pagamenti verso la pubblica amministrazione, mentre Poste rileverà il restante 49%. I due gruppi pagheranno al Mef circa 500 milioni, di cui 400 milioni subito e 100 milioni in un secondo momento e solo qualora la società raggiunga determinati obiettivi nei prossimi anni.
PagoPa, proprietaria fra l’altro dell App Io, conta 380 dipendenti e ha chiuso il 2024 con 118 milioni di ricavi. Quest’anno la piattaforma ha gestito quasi 400 milioni di transazioni per un controvalore di 89 miliardi di euro.

La quotazione della Zecca

L’acquisizione del suo controllo va così a rafforzare l’offerta di servizi della Zecca dello Stato, anche in vista della possibile quotazione in Borsa. L’obiettivo, spiega una nota della società controllata al 100% dal Tesoro, «è rendere più efficiente e semplificare la gestione dei servizi digitali pubblici, dall’identità ai pagamenti e sviluppare il Sistema IT-Wallet», ossia il portafoglio digitale con cui lo Stato italiano consente ai cittadini di conservare, consultare e usare documenti, certificati e attestazioni digitali nello smartphone. In questo modo la futura identità smaterializzata dei cittadini sarà a portata di clic ed è possibile che PagoPA e, quindi, l’Ipzs abbia in futuro un ruolo anche nell’euro digitale. 



















































Il nuovo dg dell’Ipzs

«L’ingresso in PagoPA è una scelta industriale, non simbolica — rimarca l’ad della Zecca dello Stato, Michele Sciscioli — L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato porta competenze, affidabilità e una solida cultura della sicurezza. L’obiettivo è accelerare in modo concreto l’evoluzione dei servizi pubblici. Più efficienza per lo Stato, più fiducia per cittadini e imprese». Va in questa direzione la nomina di Maurizio Fatarella, già direttore generale di PagoPa, come dg di Ipsz: una scelta compiuta per garantire continuità operativa e strategica nell’azienda.

I numeri di PostePay

Quanto a Poste, l’acquisto del 49% di PagoPA va a rafforzare la presenza del gruppo nel settore dei pagamenti digitali, uno dei pilastri del gruppo guidato da Matteo Del Fante che da anni sta sviluppando l’offerta di PostePay che gestisce 28,7 milioni di carte e 14,4 milioni di portafogli digitali. «L’obiettivo — spiega una nota — è favorire la diffusione capillare dei servizi e dei pagamenti digitali, contribuendo al tempo stesso a ridurre progressivamente il divario digitale».

Il vaglio Antitrust

L’operazione – a cui hanno lavorato in veste di advisor Kpmg, Occ Capital e Vitale – sarà soggetta all’autorizzazione dell’Antitrust, a cui è sospensivamente condizionata. I diritti di opzione esercitati ieri da Ipzs e Poste Italiane erano stati attribuiti ai due gruppi dal «Decreto Pnrr» del 2024 che prevedeva la vendita di PagoPa e su cui però erano intervenuti i rilievi proprio dell’Authority e le perplessità del mondo bancario, di fatto allungando i tempi di cessione di un anno. Il governo ha poi modificato il decreto inserendo alcuni correttivi tesi a evitare che Poste possa esercitare un’influenza dominante sulla società e assicurare parità di trattamento fra gli utenti della piattaforma.

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19 dicembre 2025 ( modifica il 19 dicembre 2025 | 20:21)