di
Paolo Valentino

La conferenza fiume di oltre 4 ore del presidente russo. Le stoccate a Zelensky e all’Ue, il richiamo alla fede: «Credo in Dio, che è sempre con noi»

Le maratone annuali dello «zar» si misurano al contrario: più durano, più valgono dal punto di vista dell’epica putiniana. Ieri il presidente della Russia si è sottoposto per 4 ore e 27 minuti (3 minuti in meno dello scorso anno) a 83 domande, selezionate tra più di 4 milioni pervenute dagli 11 fusi orari della Federazione. Più che una conferenza stampa, un circo dove la guerra in Ucraina si è alternata alla proposta di matrimonio del giovane Kirill alla sua bella Olga, con annessi invito a Putin e domanda sugli aiuti alle giovani coppie. O dove l’espansione della Nato è stata seguita dal video dei cittadini di Volgograd, che chiedono di riavere finalmente l’acqua potabile nei loro rubinetti, a secco da mesi. Dulcis in fundo, rubando una battuta a Silvio Berlusconi, Putin ha trovato anche il tempo di dire che sì, lui è innamorato. Di tutto di più, per accreditare un racconto da «piccolo padre dei popoli», che vuole Vladimir Vladimirovich occuparsi di tutto: il posto della Russia nel mondo, gli ordinari bisogni di milioni di sudditi e perfino i suoi tormenti d’amore.

Ma quello che viene dal Gostinyj Dvor, il cortile degli ospiti a due passi dalla Piazza Rossa e dal Cremlino, è in primo luogo un messaggio di totale indisponibilità al compromesso nella partita ucraina, dove Putin sente odore di vittoria e non vuole chiudere il negoziato in corso, se tutte le sue condizioni non verranno prima accettate da Kiev. 



















































Ucraina

«L’iniziativa strategica è completamente nelle nostre mani. Il nemico è in ritirata. Entro la fine dell’anno assisteremo a nuovi successi». Putin ha accusato Kiev di non voler chiudere il conflitto con mezzi pacifici, ribadendo che la Russia è pronta a farlo «sulla base dei principi esposti un anno fa», cioè la cessione dei territori orientali a Mosca, che li ha già annessi ma non li controlla del tutto. Tuttavia, il capo del Cremlino ha detto di aver visto «alcun segnali» che indicherebbero «disponibilità a una qualche forma di dialogo» da parte dell’Ucraina. Quanto al video che mostrava il presidente ucraino Zelensky di fronte al cartello che segna l’ingresso a Kupiansk, città che i russi sostengono di aver conquistato, Putin risponde che il segnale è a un chilometro dal confine della città: «Perché stava lì? Perché non ha provato a entrare?». 

Il Piano Trump

«Il presidente Trump sta compiendo seri sforzi per porre fine al conflitto e lo sta facendo in modo assolutamente sincero». Putin ha detto che sta aspettando di incontrare la delegazione americana, dopo i colloqui avuti dagli inviati della Casa Bianca con europei e ucraini, per valutare le modifiche che hanno concordato. Ma ha ripetuto che per arrivare a una pace «solida, duratura e stabile» occorre «risolvere le cause alla radice del conflitto», frase in codice per indicare la neutralità dell’Ucraina, il divieto d’ingresso nella Nato e il ridimensionamento della sua forza militare. 

Nato

Putin ha preso una nota dallo spartito di Trump, sottolineando che la nuova strategia per la Sicurezza nazionale americana non indica la Russia come minaccia od obiettivo, mentre il segretario generale della Nato, Mark Rutte, «sta preparando una guerra contro di noi». «Come potete preparare la Nato al conflitto con la Russia se il principale Paese dell’Alleanza atlantica non ci considera un nemico?».

Asset russi

«Furto è un termine inadeguato, nel nostro caso si sarebbe trattato di un saccheggio», ha detto Putin a proposito del piano europeo di usare i fondi congelati di Mosca per un prestito all’Ucraina, idea accantonata almeno per il momento dal Consiglio europeo. Se lo facessero, ha aggiunto, «sarebbe un precedente gravissimo, che consentirebbe all’Europa di sequestrare gli asset di altri Paesi con cui non sono d’accordo, come quelli produttori di petrolio in Medio Oriente che hanno politiche anti Lgbtq». 

Maiali e maialini

Dopo aver tirato la pietra, Putin ha cercato di nascondere la mano sull’uso del termine podsvinok, maialini, con cui aveva bollato gli europei che si sono accodati a Biden nel 2022, sperando in un veloce crollo della Russia: «La definizione mi è balzata in mente mentre parlavo con un pubblico militare, ma non mi riferivo a nessuno in particolare. Non faccio mai commenti personali e non mi permetto mai nulla del genere». Cosa intendeva allora? «Un gruppo indefinito di persone». Putin, o degli insulti separati dai nomi. 

Dio è con noi

Come al catechismo, alla domanda: «In cosa crede?», Putin ha risposto: «In Dio, che è sempre con noi e che non ci lascerà mai». Neppure mentre massacra gli ucraini?

19 dicembre 2025