Un incontro urgente in prefettura per discutere delle più recenti operazioni delle forze dell’ordine nei quartieri popolari di Milano (l’ultimo il blitz in via Quarti a Baggio, martedì 16 dicembre). E la residenza temporanea in deroga, per gli abusivi in condizione di fragilità, in modo da consentire il riallaccio delle utenze. Sono alcune delle richieste che i sindacati degli inquilini e alcune forze politiche stanno rivolgendo a prefettura e Comune di Milano in queste ore.

Le polemiche della politica

Il blitz in via Quarti, con 9 appartamenti sgomberati (tutti con adulti non fragili) ma anche il distacco delle utenze di luce e gas agli altri abusivi (costringendo al freddo e al buio anche bambini, disabili, malati e anziani) ha scatenato polemiche durissime. Dal Pd a Europa Verde, dall’assessore al welfare Lamberto Bertolé ai Municipi 6 e 7, tutti (o quasi) schierati contro l’operazione, effettuata senza avvertire i servizi sociali (perché, è la giustificazione della prefettura, i fragili non sono stati sgomberati) pur con conseguenze dirette su persone particolarmente bisognose di aiuto.

“Sospendere queste operazioni”

Il Sicet, con una lettera firmata da oltre 30 tra associazioni, comitati di quartiere ed enti del Terzo settore (ci sono anche la Caritas e due parrocchie), ha chiesto al prefetto un incontro urgente, esprimendo “forte preoccupazione per interventi che stanno producendo una criminalizzazione indiscriminata degli abitanti” e sottolineando che si colpiscono “anche famiglie in stato di necessità, spesso senza alcuna alternativa abitativa o supporto sociale”. Le richieste: sospendere altre operazioni straordinarie, attivare un confronto con le istituzioni, impegnarsi a tutelare il diritto all’abitare con risposte che non si limitino all’ordine pubblico.

Il problema delle case transitorie

Il Sicet, però, sottolinea anche la modifica della legge regionale sulle case transitorie, avvenuta a maggio 2025, che ne impedisce l’utilizzo quando il destinatario era stato occupante abusivo nei cinque anni precedenti (come per l’assegnazione delle case popolari). Dare una casa transitoria a un occupante abusivo significava, spesso, farlo rientrare in un percorso di normalità e legalità, cosa che oggi non può più avvenire.

Residenza temporanea

Va oltre l’Unione inquilini, che tra l’altro chiede al sindaco Beppe Sala di concedere la residenza in deroga ai nuclei con persone fragili, in modo che possano attivare al più presto l’utenza. Una richiesta a cui aderiscono i Verdi, con i consiglieri Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara.

“Sala vada in via Quarti e si opponga ad azioni fasciste”

“Decine di famiglie e persone con gravi fragilità sono ancora al buio e al freddo”, scrivono in una nota, chiedendo a Sala di riconoscere la residenza in deroga ai nuclei fragili (per consentire il riallaccio delle utenze) e di recarsi in via Quarti a portare la sua solidarietà a chi “rischia di passare il Natale al buio”, dicono i due consiglieri Verdi: “Promettere in piazza Fontana che ‘i fascisti non passeranno’ non serve a niente se non si usa il proprio potere per opporsi quando i fascisti fanno azioni da fascisti”.

“Quanto accaduto è di una gravità inaccettabile e le modalità utilizzate sono simili a quelle utilizzate in azioni precedenti: chiediamo alla prefettura e al Ministero degli Interni che venga fatta piena chiarezza su quanto avvenuto e che, per il futuro, ogni intervento di questo tipo preveda il coinvolgimento dei servizi sociali, come previsto dal protocollo”, fa loro eco Erica Soana, assessora dei Verdi nel Municipio 7, che si è attivata con le scuole di Baggio, Olmi e Muggiano, frequentate dai bambini di via Quarti, per avvertire i dirigenti della situazione.

La rete di solidarietà

Nel frattempo si è attivata una rete di solidarietà nel quartiere. Le Discepole del Vangelo, suore che vivono in via Quarti, hanno aperto le porte della loro casa a chi si trovava in maggiore difficoltà. Il parroco di Sant’Apollinare, don Giuseppe Nichetti, ha citato persone con regolare contratto di affitto che sarebbero rimaste, anche loro, senza luce e gas. Progetto Arca ha dato la disponibilità a fornire pasti caldi a chi ne abbia bisogno.