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Poteva essere all’insegna della parola “riscatto” l’edizione 2025 del Grande Fratello, quella del giubileo dello storico reality di Canale 5, così come l’ha presentata fin dall’inizio Simona Ventura, chiamata per la prima volta nella storia del programma alla conduzione. Quest’edizione, infatti, poteva essere un’opportunità di riscatto tanto per la trasmissione in sé, bisognosa come non mai di tornare ad avere nuova linfa, quanto per la stessa Ventura, messa dopo lungo tempo nelle condizioni di poter incidere in un programma di prima serata che ha scritto un’importante pagina nella storia della televisione italiana.
Entrambe le aspettative, però, sono state tradite. Il Grande Fratello, che è tornato a mettere al centro del proprio racconto le persone comuni, ha fallito nel tentativo di uscire dalle pigre dinamiche che da anni affliggono il programma. Così si è tornati ad assistere agli ennesimi confronti tra i concorrenti del reality e persone esterne alla trasmissione e queste interazioni sono state cavalcate a più non posso dagli autori, in affanno nel trovare altri elementi a cui aggrapparsi per la scrittura del programma. Di certo non si farebbe un torto a nessuno nel riconoscere che negli appuntamenti in prima serata su Canale 5 ha pronunciato più parole Valentina, la compagna (o ormai ex) compagna di Domenico, rispetto alle due concorrenti che hanno agguantato i gradini più alti del podio.
Simona Ventura meritava una macchina vincente, non una pronta alla demolizione
Un fallimento, però, è stata anche la conduzione di Simona Ventura, suo malgrado. Rimpiangere la conduzione zeppa di retorica di Alfonso Signorini era quasi impossibile, eppure anche Ventura in diverse circostanze non è stata da meno. Incespicante e confusa in più situazioni, Ventura non è sembrata più la macchina da guerra da reality che in molti legavano ai ricordi di ormai un paio di decenni fa all’Isola dei Famosi. Avrebbe avuto bisogno di salire su una macchina vincente per tornare a brillare, mentre gliene è stata affidata una pronta ormai alla demolizione.
Meglio non hanno potuto fare i “panelisti”, idea debole sulla carta, confermata nella sua fragilità ancora di più dai fatti, tant’è che dalla quarta puntata si è dovuti ricorrere all’ingresso in pianta stabile nel cast di Sonia Bruganelli, che, senza mai aver ricevuto la qualifica ufficiale, ha ricoperto in modo scialbo e senza alcun guizzo il ruolo di opinionista. Quella che si è conclusa ieri sera è stata un’edizione del Grande Fratello che conferma che quello che il reality può dare alla televisione italiana è stato ormai già stato dato.
Una bolla sempre più ristretta, con la finale meno vista della storia
Dopo essere stato spremuto a raffica, senza mai conoscere interruzioni e senza che ci si interrogasse mai su quello che si continuava a mandare in onda, il programma arriva alla fine di questa corsa spossato e privo della capacità di creare interessare al di fuori della propria bolla, che si è sempre più ristretta. La finale meno vista della storia – 1.620.000 telespettatori pari al 14,3% di share – dovrebbe rappresentare un chiaro monito.
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