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Si è svolto questa sera a Palazzo Chigi un vertice sulla manovra. Erano presenti la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, e i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

Manovra, vertice di maggioranza


APPROFONDIMENTI

Nel vertice si è deciso di mettere a punto un nuovo emendamento del Governo per riprendere le misure sulle imprese stralciate dall’emendamento omnibus che conteneva anche le misure sulle pensioni e in questo modo evitare di varare un decreto di fine anno ad hoc.

Le parole di Ciriani

«Si è deciso che è più opportuno, più corretto, anziché fare un nuovo decreto, inserire nuove coperture su un testo che peraltro la commissione ha già visto.

Non si tratta di aggiungere argomenti nuovi, ma di correggere le coperture di un testo che la commissione ha già visto e ha già subemendato, quindi non si tratta neanche di forzature», ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, dopo il vertice di Palazzo Chigi, parlando al Senato del nuovo emendamento del governo che verrà depositato in commissione Bilancio di Palazzo Madama.

Il nuovo emendamento del governo alla manovra, che sarà depositato in serata e che è in fase di scrittura, «sarà depurato delle misure sulle pensioni per quanto riguarda le coperture. Ci saranno le misure per le imprese, che sono temi che già sono stati visti in commissione», sottolinea. Le nuove coperture dovrebbero arrivare «da piani Inps e alcuni investimenti», spiega il ministro.

A Palazzo Chigi, aggiunge «abbiamo ragionato e condiviso che fosse meglio chiudere tutto nella legge di Bilancio». Per quanto riguarda le misure del Tfr, a chi gli chiede se vi sia l’ipotesi che tornino il ministro sottolinea come non ci sia una parola definitiva e risponde: «Stanno scrivendo ora, vedremo». 

Rischio slittamento manovra in Aula

Possibile uno slittamento dell’approdo della manovra in Aula al Senato: i senatori di maggioranza – secondo quanto si apprende – sono stati già avvisati dell’ipotesi che occorra lavorare anche il 23 notte o addirittura arrivare al 24 mattina. 


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