di
Flavio Vanetti

Bella prova dell’austriaca ma il rimpianto è tutto per l’azzurra che era nettamente in testa prima di un errore che le ha fatto perdere tante posizioni

E’ lei la prima ad ammetterlo: «Ho buttato via un’occasione d’oro». La storia della discesa di Val d’Isère lo conferma: Sofia Goggia era saldamente in testa (vantaggio, rispetto alla leader Cornelia Huetter – poi vincitrice – prima di 2 centesimi, poi di 20 e infine di 41 al terzo rilevamento) quando il «bug» dell’errore s’è incuneato in una prova che l’avrebbe portata al successo. Sofia, come al solito, spingeva con decisione: aveva regalato qualche brivido, ma nel complesso era pienamente sul pezzo, avendo anche domato bene la parte di scorrimento a lei più ostica.
Ma a quel punto ecco la «spigolata» assassina, in una curva verso sinistra. La campionessa azzurra è rimasta in piedi solo grazie alla sua potenza e alla sua abilità nel reagire. Ma era fuori linea, ha superato una porta per un soffio e ha poi provato a mettere una pezza nel tratto conclusivo: è stato troppo pure per lei – lo storico degli intermedi spiega che in quella frazione ha rimediato quasi un secondo di scarto, con il trentacinquesimo parziale – e nel finale, pur tornando veloce (quarto e quinto parziale nei due riscontri conclusivi), ha aggiunto una manciata di centesimi allo svantaggio. Ha concluso ottava, meglio di lei Laura Pirovano, ancora una volta quinta – se non andiamo errati è la sesta volta nella carriera – e di nuovo beffata, rispetto a quel podio per lei ancora stregato, da un sussurro del tempo: sei i centesimi che, in questa occasione, le hanno impedito di scalare il «top three». 

La terza discesa della stagione ha così salutato il decimo successo in carriera dell’austriaca Huetter, davanti alla tedesca Weidle-Winkelmann (era partita con il numero 1 ed era convinta di essere stata lenta: smentita dai fatti) e a Lindsey Vonn, che, ridendo e scherzando, si è ritrovata di nuovo sul podio (è il 141° per lei, il terzo nelle quattro prove veloci fin qui disputate nella stagione). Per l’Italia va annotato, tra le prime 10 posizioni, pure il nono posto di Nicol Delago, non un risultato clamoroso ma di sicuro incoraggiante per una ragazza che ha talento e che deve trovare il modo di riproporlo. Il discorso vale anche, anzi, perfino di più, per la sorella Nadia, la medaglia di bronzo dei Giochi 2022 che da troppo tempo non trova risultati decenti e che sulla Oreiller-Killy ha chiuso venticinquesima, preceduta pure da Elena Curtoni (diciassettesima). 



















































Tornando a Sofia Goggia, c’è da allarmarsi per questa benedetta vittoria che non arriva? Secondo noi no, innanzitutto perché le prove avevano documentato una chiara superiorità (aveva vinto la prima e in quella successiva era stata seconda, ma Weidle-Wilkelmann aveva saltato una porta e dunque il primato era di fatto nullo) e poi perché il modo in cui stava sciando conferma che è in fase di crescita dopo che negli allenamenti negli Usa non aveva potuto curare la velocità a causa del troppo caldo. Insomma, le spiegazioni non mancano – anche quelle tecniche: «Ho usato gli sci vecchi: nelle prove avevo usato quelli nuovi, più lisci»– al di là, appunto, che la tavola era apparecchiata per il primo banchetto dell’annata. Ecco l’analisi di Sofia: «Nella parte alta ero andata bene, avevo cercato di “spianarmi”. E sono arrivata veloce pure a quel salto. Dovrò rivedere bene il video, ho preso una buca che ha generato una “ricalcata”. Non è stato un errore tecnico, mi sentivo in spinta; ma mi sono trovata a tirare diritto, ho fatto i miracoli per stare in pista. Chiaramente il secondo che ho perso in quel tratto ha condizionato tutto il resto della gara. Peccato, non avevo guardato nessuna avversaria perché avevo una mia strategia e la scelta stava pagando». Amen, sono cose che succedono perfino alle migliori: «all in», allora, sul superG di domenica 21, già un’occasione di rivincita. 

20 dicembre 2025 ( modifica il 20 dicembre 2025 | 12:46)