Ambiente e salute

Il gruppo guidato da Carlo Foresta dell’Università di Padova: «Il Pfoa altera i meccanismi della risposta immunitaria»




Pfas Una nuova ricerca sulla loro pericolosità


Pfas Una nuova ricerca sulla loro pericolosità




Pfas Una nuova ricerca sulla loro pericolosità


Pfas Una nuova ricerca sulla loro pericolosità

Un nuovo studio del team di ricerca dell’Università di Padova di cui fa parte l’endocrinologo Carlo Foresta, al quale si devono varie importanti scoperte su questo tema, rafforza le preoccupazioni riguardo agli effetti dei Pfas sul sistema immunitario umano. La ricerca, infatti, chiarisce i meccanismi che spiegano la ridotta risposta ai vaccini osservata nei bambini che sono esposti a queste sostanze. Le principali agenzie sanitarie internazionali hanno infatti identificato proprio l’indebolimento della risposta vaccinale in età pediatrica come l’effetto più documentato e rilevante associato ai Pfas nell’uomo.


I ricercatori hanno analizzato in laboratorio il comportamento dei linfociti B, le cellule che nel corso della loro maturazione divengono capaci di produrre gli anticorpi, dopo che sono entrati in contatto con il Pfoa. Questo è uno dei Pfas di vecchia generazione, tuttora presente in forma massiccia nell’acqua e nell’ambiente della zona rossa. Ovvero l’area interessata dalla contaminazione delle falde acquifere, e quindi dell’acqua potabile che esce dai rubinetti domestici, per cui sono stati qualche mese fa condannati manager e dirigenti dell’azienda chimica Miteni di Trissino. Un territorio che è posto a cavallo fra le province di Verona, Vicenza e Padova e che comprende, per il territorio veronese, i comuni di Albaredo, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Cologna, Legnago, Minerbe, Pressana, Roveredo, Terrazzo, Veronella e Zimella. 


La ricerca, che si è sviluppata dal giugno 2024 allo scorso ottobre, si basa su campioni che arrivavano da sette donatori di sangue sani che non hanno avuto a che fare con la contaminazione. L’equipe medica ha poi esposto in laboratorio le cellule del sangue ai Pfas, scoprendo che i linfociti B non solo proliferano e si attivano meno a seguito dello stimolo con fattori di crescita fisiologici, ma mostrano anche un rallentamento nella maturazione. Tutto ciò determina una produzione significativamente inferiore di anticorpi. In particolare di quelli in grado di fornire una protezione duratura dopo le vaccinazioni praticate nell’infanzia.

I risultati dello studio, condotto dai professori Foresta, Francesco Cinetto, Luca De Toni e Andrea Di Nisio, sono stati presentati questa settimana in una tavola rotonda nell’istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato. «La ricerca mostra che il Pfoa altera meccanismi fondamentali per la risposta immunitaria e rappresenta un passo avanti decisivo nella comprensione degli effetti dei Pfas sul sistema immunitario umano», afferma Foresta.