In quest’estate un po’ anomala, dove il caldo torrido ha lasciato spazio a un clima forse un po’ più settembrino, alcuni prodotti hanno toccato prezzi stellari, una vera doccia gelata per chi voleva solo rinfrescarsi un po’. Gelati pazzi in pieno centro storico a Firenze, dove un cono piccolo da un gusto solo può anche lievitare fino a 5 euro nell’area del Porcellino per salire fino a 7 euro per avere due gusti o raggiungere i 10 euro per un cono extra-large. Stesso trattamento vale per chi opta per la coppetta gelato, che in area Unesco va dai 4,50 euro per le più piccole fino alle vaschette grandi da 10 euro. Alcune gelaterie danno anche la possibilità di un assaggio più a portata di portafogli con mini vaschette da 2,80 euro. Qualche soldo in più se si vuol provare una soluzione più gustosa come la crispy cup, il cestino in cialda, o la brioche con gelato, entrambe a 5 euro. “Non credevo costasse così tanto un gelato a Firenze – esclama Mario uscendo da una gelateria della stessa zona –. Immaginavo fosse caro il centro storico, ma non a tal punto. Io e mia moglie abbiamo pagato 13 euro prendendo un cono piccolo con un solo gusto a 5 euro e una coppetta media da due gusti a 8 euro. Il gelato ha quasi raggiunto il prezzo di una pizza. È molto, però quello di Firenze rimane il migliore”.
C’è chi mantiene prezzi elevati, ma presenta un ventaglio di offerte più variegato e adatto a tutte le tasche in via del Corso, con coppette che partono da un’economica monogusto a 2,80 euro per passare a una coppa da 4 o 5 euro fino a maxi coppe da 7 o 10 euro, così come i coni vanno dai 3 euro fino a 8 euro passando per sei diverse preferenze. In centro storico, a due passi da piazza della Signoria ci si può imbattere in vere e proprie boutique dai prezzi più simili a una gioielleria che a una gelateria, coni a partire da 7 euro e coppette a non meno di 8 euro. Gli assortimenti dei gusti sembrano non avere fine, le vetrine scintillano di colori dalle mille sfumature, senza mai dimenticare la crema Buontalenti e altri gusti classici accanto alle novità. “Sono tantissimi i gusti da scegliere, i prezzi sono un po’ salati, ma ne vale la pena – spiega Guido a pochi passi da una gelateria in zona Duomo –. Se si viene in vacanza a Firenze, c’è da aspettarsi qualche spesa extra dietro l’angolo. La qualità resta molto alta, bisogna guardare le recensioni e valutare il rapporto qualità prezzo. Abbiamo preso un gelato io, mia moglie e mio figlio. Tutte coppette piccoline per un totale di 12 euro”.
Quando ci si allontana dal centro storico, si può risparmiare qualche euro e mangiare un gelato lontani dalla confusione. Nelle gelaterie dello stadio il cono da un gusto si può pagare anche 3 euro, mentre per avere due o più gusti si può scegliere un cono da 4 o 5 euro, senza raggiungere le cifre da capogiro del centro storico. “Sicuramente sono aumentati i prezzi – racconta Cosimo all’uscita di una gelateria di Campo di Marte –, non tanto, credo, rispetto all’anno scorso ma dai tempi del Covid, il gelato è diventato molto più caro. Probabilmente in centro può costare ancora di più, ma in estate non si rinuncia alle tentazioni della gola”.
Anche nel quartiere di Novoli i prezzi sono lontani dal centro e oscillano tra i 3 euro e i 3,50 per un cono piccolo e una vaschetta da 4 euro, le versioni più grandi non superano i 7 euro. “Ci sono tanti posti dove mangiare un gelato senza spendere cifre astronomiche – spiega Niccolò che abita in zona –. La qualità è la stessa e sicuramente non bisogna aver paura di aprire il portafoglio. Puoi anche permetterti due gusti e mangiare un buon gelato”. Dal centro commerciale alla gelateria sotto casa, i residenti hanno da scegliere e possono confrontare i prezzi meno elevati rispetto al centro storico.
Secondo l’analisi del Centro di formazione e ricerca sui consumi, che ha elaborato i dati pubblicati sull’osservatorio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in cima alla classifica delle città più care dove gustare il gelato c’è proprio Firenze con una media di 8,05 euro al kg. Secondo i calcoli di Federconsumatori, il costo del gelato è aumentato del 9%, con un aumento del 42% rispetto al 2021 e un’impennata pari a +138% rispetto ai prezzi del 2002. Le cause, in questo caso non vanno ricercate nei dazi americani, quanto nell’aumento costante dei prezzi delle materie prime, latte, zucchero e cacao, ma anche i costi dell’energia.
La società di consulenza e formazione specializzata nel settore della gelateria, ‘Artigeniale’ interviene attraverso il suo presidente Federico Maronati in difesa della categoria sottolineando il lavoro artigianale che c’è dietro un gelato. “Non è il gelato ad essere caro, ma la percezione a essere sbagliata – spiega il Ceo di ‘Artigeniale’ –. Ci indigniamo per un cono a 5 euro e non ci chiediamo cosa c’è dentro a quello da 2. È tempo di ridare valore al lavoro artigianale. Un cono da 5 euro non è uno scandalo. È il prezzo corretto per un alimento fresco, artigianale, preparato ogni giorno con ingredienti naturali. Lo scandalo, semmai, è non sapere cosa ci viene venduto quando ne paghiamo 1,50. Un gelato artigianale vero, fatto con vera frutta, latte fresco, zucchero naturale ha costi di produzione elevati e margini minimi. Per un gelato alla ciliegia di alta qualità, servono 500 grammi di frutto fresco per ogni kg di gelato. Un gelato al pistacchio richiede ingredienti che costano tra i 15 e i 20 euro al kg, portando il prezzo di vendita a 34-40 euro al kg, al netto dell’Iva. In più c’è un rincaro dell’energia elettrica del 259% dal 2020 al 2025. Aumenti analoghi valgono per le materie prime, come il cacao salito del 262%.