Filippo Ganna determinato a migliorarsi e a riscattarsi nel 2026. Il verbanese è reduce da un 2025 in cui ha spesso mostrato ottimi livelli, ma nel quale ha sempre trovato qualcuno che lo ha battuto negli appuntamenti più importanti, come Mathieu Van Der Poel in un’epica Milano-Sanremo o Remco Evenepoel nella cronometro degli Europei. Il 29enne della Ineos Grenadiers, che oltre ai piazzamenti ha comunque conquistato tre vittorie, vuole quindi provare a trasformare le sconfitte in successi nella nuova stagione, dove gli obiettivi principali saranno nuovamente la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix.

Nelle ultime stagioni, sono arrivati parecchi secondi posti. Troppi – ha dichiarato Ganna in un’intervista a La Gazzetta dello SportDal mio punto di vista… vanno trasformati in primi posti. In vittorie. Dentro di me sento voglia di rivalsa. L’anno prossimo compirò 30 anni, ma non per questo non credo di poter compiere un ulteriore salto in avanti. Anche perché migliorano pure gli altri […] Magari, gareggerò un po’ di meno. Ma, quando si va a correre, andarci per vincere“.

Per riuscirci, il 29enne ritiene di dover aggiustare poche cose: “Più che cambiare, cercare di fare un po’ meglio le stesse cose. In particolare alla Sanremo, la Monumento a cui sono andato più vicino. Ho già dimostrato di potere essere lì. In un frazione di secondo c’è la differenza tra il successo e la sconfitta […] Diciamo che la Sanremo… la voglio. È lì. Quanto alla Roubaix, devo provarci ogni volta che posso. Non ho mai trovato il momento giusto, arrivandoci spesso un po’ in calo di forma. Chissà, magari nel 2026 la storia cambia…”.

In un ciclismo sempre più estremo, migliorarsi talvolta non basta, e il verbanese ha citato un episodio che lo dimostra: “La cronometro dell’ultimo Europeo in Francia, argento dietro a Evenepoel. Bene, io ho espresso dei valori record, che non facevo dalla crono di Valdobbiadene al Giro d’Italia 2020, e anzi rispetto a quelli ho fatto ulteriori progressi. Non è bastato per vincere, ma ci vuole altro per scoraggiarmi”.

A inizio mese, Ganna ha avuto l’onore di essere uno dei primi italiani a portare la torcia olimpica per i Giochi invernali di Milano-Cortina, e riguardo alla rassegna a cinque cerchi (ma quella estiva) il classe ’96 pensa già alla prossima edizione: “Io ho partecipato tre volte, conquistato tre medaglie, ma lo spirito a cinque cerchi che ho dentro di me resta fortissimo. Non è un caso che voglia arrivare al top nel 2028 a Los Angeles, perché lì c’è stato pure mio padre Marco nei suoi anni migliori. Continuare in un certo senso la dinastia, insomma, mi motiva”. Il campione olimpico di Tokyo nell’Inseguimento a squadre guarda però anche oltre, alle Olimpiadi di Brisbane 2032: “Sarebbe un grande palcoscenico per concludere, un po’ come ha fatto Fabian Cancellara a Rio 2016. Un modello”. Nell’occasione, l’elvetico vinse l’oro nella cronometro: “Vorrà dire che per imitarlo dovrò ancora essere al top“.