di
Federica Gabrieli
La casa privata di San Fior è diventata meta degli amanti degli addobbi natalizi: «Ho cominciato quando è nata mia figlia, 44 anni fa, poi ne ho aggiunta una all’anno»
Duemila visitatori al giorno. Non in una piazza, non a un evento, non in un parco tematico. In una casa privata, a San Fior nel Trevigiano. È questo il dato che, da solo, racconta cosa è diventato negli anni il giardino di Oscar Bontempo, 77 anni, e che rende quasi difficile spiegare come tutto sia nato da un gesto semplice, familiare.
Le luminarie
Ogni sera, poco prima delle cinque, Oscar accende le luci. E da quel momento il paese cambia ritmo. Le auto si fermano nella piazza, la gente scende e cammina. C’è un andirivieni continuo, fino a mezzanotte, a volte fino all’una. Famiglie, bambini, gruppi, turisti. «Sento parlare tante lingue», racconta. Arrivano da tutta Italia e dall’estero: Australia, America, Germania, Giappone. I video e le foto fanno il giro dei social, il passaparola fa il resto.
L’allestimento di 130mila luci
A San Fior il Natale ha ormai un indirizzo preciso. È una casa che, ogni inverno, si accende tutta insieme e non si spegne più. Quest’anno le luci sono 130 mila, stese su due chilometri di cavi, nascosti nel terreno e fissati uno a uno. «Faccio tutto da solo», dice Oscar. Senza enfasi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
La storia
Tutto è cominciato 44 anni fa, con la nascita della figlia. Un primo addobbo, poi un altro. Un anno dopo l’altro. «Da lì non ho più smesso. Ogni Natale aggiungo qualcosa. Quest’anno ho messo diecimila luci in più. E per il prossimo anno ne ho già pronte altre diecimila». La testa, sorride, «mi frega ancora».
Tre mesi di lavori
Il lavoro inizia molto prima di dicembre. A ottobre Oscar è già all’opera: pota le piante, prepara i cavi, sistema le strutture. Tra montaggio e smontaggio sono tre mesi di lavoro. Il giardino apre al pubblico il 29 novembre e resta illuminato fino al 6 gennaio. Presepi, renne, decorazioni occupano ogni angolo. Gli alberi veri non bastano più. «Ho dovuto aggiungere quelli finti. Ormai non c’era più spazio».
I costi
I conti, Oscar preferisce non farli. Tra luci e 50 chili di caramelle regalate ai bambini, la spesa supera i 2.500 euro. Le luci sono tutte a basso consumo, anche se la bolletta resta importante: circa mille euro al mese. «Per fortuna da qualche anno mi sostiene la Cassa Marca». Nonostante i numeri e l’afflusso, non ci sono mai stati problemi. «Vandali? Mai». Solo persone che arrivano, guardano, fotografano, tornano. Duemila al giorno, in una casa.
Una passione di famiglia
In famiglia il Natale si divide. La moglie pensa agli addobbi interni. Quest’anno è andata tre mesi in Giappone dalla figlia che vive là. «Forse una scusa per scappare da me», scherza Oscar. Durante i lunghi giorni di lavoro, però, Oscar non è mai solo. Accanto a lui c’è «Piccolo», il gatto di casa. «È come un figlio. Sta sempre in mezzo alle gambe o sullo sgabello con me. Se faccio i collegamenti, lui si mette lì e “aiuta”. È il direttore dei lavori». Per Oscar il Natale è questo. È una cosa che va avanti da 44 anni, un po’ alla volta: «Non ho mai pensato di fare un evento o un’attrazione. Ho solo continuato ad aggiungere una luce ogni anno, perché mi piaceva. Poi la gente ha cominciato a venire, a tornare. E adesso questo giardino è diventato un punto di incontro per molti».
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20 dicembre 2025
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