di
Stefano Montefiori
Lecornu resta in sella ma la mancata approvazione del Bilancio rappresenti un grave fallimento per l’uomo che pure stava raccogliendo molti consensi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI – Per il secondo anno consecutivo, con ogni probabilità il governo non riuscirà a dotare la Francia di un bilancio entro il termine previsto dalla Costituzione, il 31 dicembre. Sebbene la legge finanziaria sulla previdenza sociale sia stata approvata questa settimana, i deputati e i senatori riuniti nella commissione mista paritetica (Cmp) non sono riusciti a trovare un compromesso sul bilancio dello Stato: la discussione venerdì sera non è durata nemmeno mezz’ora, perché era evidente che i disaccordi erano troppo profondi.Il dibattito parlamentare proseguirà oltre il 31 dicembre, costringendo il governo a ricorrere nel frattempo a una legge speciale per garantire la continuità dello Stato ed evitare uno “shutdown” dell’amministrazione pubblica come accade negli Stati Uniti.
Il premier Sébastien Lecornu ha indetto per lunedì un Consiglio dei ministri proprio per preparare questa legge. Lecornu resta in sella e almeno per il momento non sembra bersaglio di una mozione di censura imminente, ma non c’è dubbio che la mancata approvazione di una legge di bilancio rappresenti un grave fallimento per l’uomo che pure stava raccogliendo molti consensi. Quando è stato riconfermato in carica all’inizio di ottobre dopo le clamorose dimissioni, il premier Lecornu aveva ricevuto dal presidente Emmanuel Macron il compito fondamentale di dotare la Francia di un bilancio prima della fine dell’anno, e lui aveva ripetuto nei suoi interventi televisivi che quella rimaneva la priorità.
Il «metodo Lecornu», fatto di ascolto delle parti politiche e disposizione al compromesso, ha dato buoni risultati sul bilancio della previdenza sociale, ma non ha funzionato su quello dello Stato. Dopo la legge speciale, Lecornu spera che deputati e senatori trovino alla fine un accordo entro gennaio, in modo da varare il bilancio entro le elezioni comunali del marzo 2026. Nel 2025, dopo la caduta a dicembre del governo Barnier, il bilancio era stato approvato a febbraio, anche allora in ritardo rispetto alla scadenza costituzionale del 31 dicembre 2024.
Per il momento però non si vede perché i parlamentari dovrebbero riuscire a gennaio in quel che hanno fallito fino ad ora. Da qui l’appello lanciato da alcuni esponenti politici, di destra e di sinistra, affinché Sébastien Lecornu rinunci a una promessa fatta poco dopo essere stato nominato, e accetti di ricorrere anche lui all’articolo 49.3 della Costituzione, che consente di fare passare una legge finanziaria (in questo caso il bilancio) senza passare per l’approvazione dell’Assemblea nazionale; resta in quel caso la possibilità per i deputati di presentare una mozione di censura (come era accaduto per Barnier), ma in un Parlamento così diviso è difficile trovare consenso su una legge di bilancio, ma anche su una mozione di censura, il che potrebbe permettere a Lecornu di usare on successo il 49.3. «Il governo dovrà finalmente dare prova di coraggio e chiarezza, ricorrendo al 49-3 per dare un bilancio alla Francia», dice l’uomo forte della destra gollista Bruno Retailleau. Ma anche l’ex presidente socialista François Hollande condivide questa opinione.
Per il momento, più che un rischio politico per Lecornu, che pure esiste, c’è soprattutto il rischio finanziario per lo Stato. «Non approvare il bilancio prima della fine dell’anno significa far correre un grosso rischio all’intero Paese», dice il ministro dei Conti pubblici, Amélie de Montchalin. «La legge speciale non è un vero bilancio, ma un servizio minimo che non può durare senza conseguenze pesanti sulla vita del Paese e dei francesi. In questo modo il Paese non investe più, non avvia più progetti, non può ad esempio impegnarsi in un ulteriore riarmo».
«La legge speciale al posto del bilancio non è una buona notizia», ha detto sulla rete tv BFM Éric Heyer, direttore del dipartimento analisi e previsioni dell’Osservatorio francese delle congiunture economiche. Anche se la legge speciale frena la spesa, «non consentirà di realizzare risparmi sufficienti per rispettare i nostri impegni nei confronti di Bruxelles e per rimanere al di sotto del 5% di deficit». «Una legge speciale ci porterebbe a un deficit nettamente superiore a quello auspicabile», ha confermato anche il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau. «Oltre il 5% di deficit, la Francia si metterebbe in pericolo».
Altri ridimensionano i rischi ricordando che altri Paesi sono privi di un budget. La Spagna per esempio: dopo aver fallito l’approvazione del bilancio 2024, il governo socialista di Pedro Sánchez ha dovuto rinunciare a presentare la legge nel 2025. Per il 2026, incapace di raggiungere un compromesso con gli indipendentisti catalani e il partito di estrema sinistra Podemos, il primo ministro spagnolo sta preparando il Paese a un terzo anno consecutivo senza bilancio. A differenza che in Francia, in Spagna non c’è bisogno di una legge speciale, in mancanza di consenso sul budget gli stanziamenti relativi a un certo anno vengono prorogati automaticamente per l’anno successivo.
20 dicembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA