George Bennett traccia un bilancio del suo 2025 mentre si appresta ad iniziare la sua 15a stagione da professionista. Il neozelandese, che per il terzo anno consecutivo correrà la terza con la maglia del “nuovo” NSN Cycling Team (l’ex Israel-Premier Tech), ha vissuto un’annata decisamente complicata, in particolare a livello personale per via della morte della madre. Anche per questo motivo, oltre che per qualche incidente, sul piano sportivo non sono arrivati risultati particolarmente rilevanti, ma il 35enne è determinato a lasciarsi alle spalle questo brutto periodo in vista di un 2026 con rinnovate ambizioni, anche grazie alle novità che il cambio di struttura ha portato nel team.
“È stato l’anno più difficile della mia vita – ha ammesso Bennett a Domestique Cycling – La stagione è passata in secondo piano, ho fatto quello che potevo, ma ho trascorso molto tempo in Nuova Zelanda e ho fatto molti viaggi a casa. Sono tornato in Europa, ho fatto quello che potevo e ho partecipato ad alcune gare, poi, dopo la morte di mia madre, sono tornato in Europa e ho fatto buoni allenamenti in vista della Vuelta, mettendomi in forma. Poi ho avuto un brutto incidente nella prima tappa del Giro di Polonia e un altro paio durante la prima tappa della Vuelta, che mi hanno costretto a ritirarmi dalla gara. Ho ripreso a correre per le classiche italiane, ma ovviamente non abbiamo partecipato a quelle gare. Alla fine, è stato un susseguirsi di insuccessi, ma tutto sommato non sono rimasto a piangermi addosso per la brutta stagione“.
“Aiuta far parte della squadra in cui sono – ha proseguito il 35enne – Siamo un gruppo di amici che passa il tempo insieme […] Sono circondato da persone davvero premurose, quindi penso che l’esperienza mi abbia aiutato ad affrontare gran parte delle difficoltà, ma anche trovarmi in questo ambiente è stato davvero confortante. Un ottimo esempio è stato il giorno prima della Liegi-Bastogne-Liegi, letteralmente la sera prima che fossimo tutti pronti per la gara, quando ho ricevuto una telefonata da mia sorella che mi ha detto: ‘Devi tornare a casa subito’. E la squadra non ha nemmeno esitato. Stavamo per andare alla riunione pre-gara, ero appena arrivato all’aeroporto e mi hanno detto di non preoccuparmi. In realtà è una cosa stranamente rara nel ciclismo quando sei una risorsa e le squadre hanno bisogno di punti“.
Guardando invece al 2026, il neozelandese si è detto entusiasta dei cambiamenti nella squadra: “Abbiamo appena trascorso un paio di settimane di ritiro a Denia ed è stato davvero bello. Tutti erano entusiasti, con tutte le nuove attrezzature. Abbiamo fatto un passo avanti in tutti questi ambiti. Quando sono arrivato alla Jumbo, nel mio primo anno abbiamo vinto sei gare. Ma ricordo che con Merijn Zeeman c’era un piano, e si vedeva chiaramente che c’erano tutte queste cose in atto, come ‘come diventare una super squadra’, e lo vedo anche qui. Se faccio un confronto con la Visma, ovviamente la squadra è migliorata da quando l’ho lasciata, ma penso che non stiano facendo nulla che noi non stiamo facendo. La differenza è che loro hanno Jonas (Vingegaard, ndr) e Wout (Van Aert, ndr)”.
Bennett è comunque consapevole che non è semplice vincere in questo ciclismo, caratterizzato da fenomeni come Tadej Pogačar: “Il fatto è che, quando ti trovi di fronte Tadej, realisticamente nessuno può batterlo, quindi devi quantificare cosa sia il successo e poi iniziare a guardare ad altre aree. Perché per così tanto tempo contava solo ‘chi vince il Tour de France’, e questo rimarrà Pogačar per il prossimo futuro, per tutto il tempo che vorrà farlo. Ma poi si inizia a valutare in modi diversi, ad esempio: come possiamo avere successo? […] Le squadre devono diversificarsi un po’, perché non importa per quale squadra corra Tadej, lui ha il monopolio del Tour de France nella classifica generale“.
“Altre squadre stanno iniziando a sfidarlo, stanno cercando di pensare fuori dagli schemi – ha aggiunto il 35enne – Ma è molto difficile rompere il dominio nel ciclismo quando hai un ragazzo che è semplicemente molto più forte di tutti gli altri. Avendolo visto con i miei occhi, lui è davvero un passo avanti, e sì, penso che l’approccio delle altre squadre dovrà concentrarsi maggiormente sulla diversificazione, per raggiungere quello che potremmo definire il successo“.
Riguardo al proprio programma per la nuova stagione, il neozelandese inizierà con il Tour Down Under, mentre il resto del calendario deve essere ancora deciso con precisione: “Parteciperò a un paio di gare a tappe, sicuramente il Catalunya, e forse un’altra prima di quella, poi le Ardenne e forse il Romandia, a seconda di come uscirò da quel blocco. Poi mi riposerò, e quando dico riposerò, intendo dire che avrò solo quattro o cinque giorni a disposizione perché, prima che me ne renda conto, ci sarà il ritiro in altura in vista del Delfinato e un altro ritiro in vista del Tour, quindi sarà piuttosto intenso, ma probabilmente è uno dei programmi più entusiasmanti che abbia avuto da molto tempo a questa parte”, ha concluso Bennett.
