di
Elisabetta Andreis
L’iniziativa di Fondazione Progetto Arca, una trentina i volontari, tra loro anche Franz del duo «Ale e Franz». È la prima volta che la cantante scende in piazza in un’iniziativa di questo tipo
È arrivata un po’ di nascosto. Niente annuncio, nessun clamore. Capelli sciolti, felpa blu subito coperta dalla pettorina di Fondazione Progetto Arca. Elodie è entrata sotto il porticato di piazza San Babila e si è messa subito al lavoro. In piedi, dietro ai tavoli. A servire.
La tavolata, lunghissima, era apparecchiata per cento. Ne sono arrivati centocinquanta. Nessuno è rimasto fuori. Il posto lo si è trovato per tutti, come succede quando l’urgenza diventa attenzione. Senzatetto di tutte le età. Volontari, una trentina. Tra loro anche Franz, del duo Ale e Franz.
Elodie ha versato lasagne, passato antipasti, distribuito torte salate. Gesti semplici, ripetuti, precisi. Il ritmo di chi sa che il centro non è lei.
I primi a riconoscerla sono stati i ragazzini del Coro di voci bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala. Uno sguardo, un sorriso rapido. Poi di nuovo ai piatti. Quando è arrivato il momento degli zaini, li ha consegnati uno a uno. Dentro, oggetti che sembrano piccoli e invece sono decisivi: una torcia frontale, guanti, una maglia termica, cioccolato. Strumenti di sopravvivenza quotidiana, quando la strada è casa e la notte non perdona. Non c’era tempo — e nemmeno spirito — per autografi o selfie. Il centro erano loro. Persone «normali» che hanno perso il lavoro, poi l’appartamento. E gli irriducibili della strada, quelli che per mille ragioni non se la sentono di entrare nei dormitori.
È la prima volta che la cantante scende in piazza in un’iniziativa di questo tipo, anche se da tempo sostiene progetti solidali. Poche parole, presenza piena. Non da testimonial, ma da volontaria vera. Con il freddo che entra nelle ossa anche a chi non è abituato all’umidità notturna, quando si resta fermi a lungo all’aperto.
La serata aveva qualcosa di speciale. Il Coro ha aperto con i canti natalizi. Le voci leggere sotto i portici, la piazza che rallenta. Poi panettone, pandoro, gli ultimi zaini consegnati. Alla fine Elodie, con gli altri volontari, ha aiutato a sgomberare: tavoli, sedie, sacchi. Fino all’ultimo. In piazza c’era anche l’autobus degli Angeli con i volontari dei City Angels, che ogni sera attraversano Milano distribuendo cibo e bevande calde. «Le persone si sono sentite abbracciate», ha detto uno dei ragazzini del Coro delle voci bianche della Scala. Anche nei pressi di viale Tibaldi, dopo lo sgombero discusso dei giorni scorsi, Opera Cardinal Ferrari ha rafforzato il presidio notturno. Milano, sotto Natale, mostra le sue cuciture. Le ferite e le mani che provano a tenerle insieme. Non sempre fanno rumore. A volte stanno in piedi, servono i pasti. E restano finché c’è qualcosa da fare.
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19 dicembre 2025 ( modifica il 20 dicembre 2025 | 12:52)
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