Il caso di positività emerso all’ultima edizione della Granfondo La Medievale riapre una ferita mai del tutto rimarginata nel ciclismo amatoriale: quella del doping e delle sue conseguenze che vanno ben oltre il risultato sportivo. Una vicenda che, secondo gli organizzatori, ha prodotto un danno concreto all’immagine della manifestazione, costruita negli anni come evento di riferimento e capace di attrarre partecipanti da tutta Italia.

Lo racconta bene l’organizzatore, Alessandro Malagesi sulle pagine Ultimochilometro, ma annuncia anche un’iniziativa legale: “Vedere la nostra gara citata per il discorso doping, sia sulla stampa italiana che estera, non è sicuramente una cosa positiva ed è quindi un grosso danno d’immagine per noi” la conseguenza, quindi, è chiedere i danni all’atleta fuorilegge come, peraltro, previsto dal regolamento.

Una richiesta che potrebbe fare storia (e creare un precedente)

La richiesta che verrà portata avanti contro il cicloamatore positivo (che all’iscrizione ha sottoscritto il regolamento) è di 30 mila euro che verranno impiegati per l’organizzazione di una gara giovanile con l’intento di farlo diventare un investimento educativo ancora prima che sportivo.

Il danno per gli organizzatori è concreto, d’altra parte il “sistema granfondo” è in crisi anche per il disamoramento di molti che vedono gli eventi al di fuori della loro portata anche per casi di questo tipo. Un peccato per la granfondo La Medievale che è un evento curato con attenzione dagli organizzatori

Il caso della granfondo La Medievale diventa così un precedente importante. Non tanto per la sanzione in sé, quanto per il principio affermato: chi bara non danneggia solo sé stesso, ma un intero sistema. E la risposta non può limitarsi alla punizione, deve anche indicare una direzione diversa, partendo dai più giovani e da una cultura sportiva fondata sulla correttezza.
L’immagine del ciclismo non ha bisogno di certi personaggi e tutte le granfondo dovrebbero muoversi in questa direzione per scoraggiare sul nascere comportamenti illegali. “Magari lo facessero” ha commentato Alessandro Malagesi. Ci associamo a lui.