L’affare con il prossimo anno, proprio quando sarà inaugurato il nuovo stabilimento
L’anno prossimo, come si è letto ieri sulle pagine nazionali del Corriere, la Sanpellegrino dovrebbe avere un nuovo proprietario. La Nestlé che la controlla da quasi trent’anni, dalla fine del Novecento, ha deciso di metterla in vendita, come la stella (rossa) più prestigiosa della sua divisione delle acque minerali, che comprende tra l’altro anche Acqua Panna e la francese Perrier, mito delle bollicine un po’ appannato da scandali di inquinamento. Per Nestlé Waters si parla di una valutazione da 5 miliardi di euro e buona parte del valore è rappresentata dal marchio bergamasco, riconosciuto ambasciatore del Made in Italy. A candidarsi all’acquisto sarebbero in particolare fondi internazionali, americani, ma anche francesi, come Pai Partners, data tra l’altro come favorita.
I passaggi di proprietà molto raramente non cambiano nulla nelle imprese e sono molto delicati in particolare in quelle comunità che si identificano, non solo nel nome, nell’azienda, come appunto è San Pellegrino, seppure un po’ meno che in passato. La vendita della società è prevista proprio in un anno in cui dovrebbero essere conclusi lavori da 11 milioni per il nuovo impianto della sorgente Nossana, che sarà donata a Uniacque, e quelli da 90 milioni, ideati nell’ormai lontano 2016, per il nuovo stabilimento, la Flagship Factory pensata dall’archistar danese Bjarke Ingels, che sta cambiando l’accesso meridionale al paese. E questo aumenta gli interrogativi su quali saranno in futuro i rapporti della società con il paese. Considerato che la sorgente non si può delocalizzare, la presenza della Sanpellegrino a San Pellegrino non è in discussione, ma un conto è una grande società, con interessi multinazionali, ma comunque con logiche industriali di lungo periodo, e un altro un fondo, sempre straniero, ma con logiche finanziarie e soprattutto dalle prospettive più brevi.
20 dicembre 2025 ( modifica il 20 dicembre 2025 | 16:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA