C’è chi a Natale sale su un palco e chi, invece, si rimbocca le maniche. Elodie ha scelto la seconda opzione. Senza luci, senza annunci, con una felpa blu e i capelli sciolti, la cantante è arrivata quasi in punta di piedi sotto i portici di piazza San Babila, a Milano. Non per cantare, ma per servire la cena. Perché, a volte, il gesto più potente è quello che non fa rumore.

La cena di Natale in strada: nessuno escluso

Nel cuore della città, giovedì, 18 dicembre, si è svolta la tradizionale cena di Natale in strada con i senzatetto, organizzata dalla Fondazione Progetto Arca, da oltre 30 anni impegnata nel sostegno alle persone in povertà ed emarginazione sociale. I posti apparecchiati erano 100, ma a sedersi sono stati in 150. Nessuno è rimasto fuori. Quando l’urgenza diventa attenzione, del resto, il posto si trova sempre.

Elodie volontaria, non testimonial

È la prima volta che la cantante partecipa a un’iniziativa di questo tipo in piazza, anche se da tempo sostiene progetti solidali. E così, Elodie, come una vera volontaria, ha indossato la pettorina della Fondazione e si è messa subito al lavoro. In piedi, dietro i tavoli, a versare lasagne, passare antipasti, distribuire torte salate. Gesti semplici, ripetuti, precisi. Il ritmo di chi sa che il centro non è lei e che, per una volta, non è lei l’ospite speciale.

 

 

Con lei anche Franz, del duo Ale e Franz

Tra la ventina di volontari, anche Franz, del duo comico Ale e Franz. Ha apparecchiato, servito, accompagnato le persone ai tavoli. Insieme a loro, operatori, sostenitori e volontari, tra cui quelli di Noloop. “Un Natale per tutti, nessuno escluso”, ha spiegato la Fondazione Progetto Arca sui social. “Abbiamo fatto l’albero di Natale, decorato la tavola, riso e scherzato come una grande famiglia. E ovviamente non sono mancati i regali”.

I doni che servono davvero

Quando è arrivato il momento degli zaini, Elodie li ha consegnati a uno a uno. Dentro, oggetti che sembrano piccoli e, invece, sono decisivi: torcia frontale, guanti, maglia termica, cioccolato. Strumenti di sopravvivenza quotidiana, quando la strada è casa e la notte è lunga.

Niente selfie, niente autografi. Il centro erano loro: persone che hanno perso il lavoro, poi l’appartamento. E anche gli irriducibili della strada, quelli che per mille ragioni non se la sentono di entrare nei dormitori.

Le voci bianche della Scala e la piazza che rallenta

Ad aprire la serata, il Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala, con i canti natalizi sotto i portici. Voci leggere, la piazza che rallenta, Milano che per un attimo si ferma. “Le persone si sono sentite abbracciate”, ha raccontato uno dei giovani coristi.

Milano sotto Natale, tra ferite e mani tese

In piazza c’era anche l’autobus degli Angeli dei City Angels, che ogni sera attraversano la città distribuendo cibo e bevande calde. E in altri punti, come viale Tibaldi, dopo gli sgomberi dei giorni scorsi, realtà come Opera Cardinal Ferrari hanno rafforzato il presidio notturno.

Milano, sotto Natale, mostra le sue cuciture. Le ferite e le mani che provano a tenerle insieme. Non sempre fanno rumore. A volte stanno in piedi, servono i pasti. E restano fino all’ultimo, finché c’è qualcosa da fare.