Una cometa misteriosa e proveniente da un altro sistema stellare, una velocità impressionante e una finestra d’osservazione ristretta all’alba. Eppure, Alberto Brunati, esperto astrofotografo del Gruppo Astronomico Tradatese (GAT), è riuscito nell’impresa: riprendere una delle prime immagini locali della cometa interstellare 3I/ATLAS, uno degli oggetti celesti più rari e affascinanti mai transitati nel nostro Sistema Solare.
Un oggetto interstellare in visita temporanea
La cometa 3I/ATLAS è il terzo oggetto extrasolare mai osservato nel nostro Sistema Solare, dopo 1I/’Oumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019). A scoprirla, il 1° luglio 2025, è stato il telescopio da 0,5 metri dell’ATLAS (Asteroid-Terrestrial-Impact Last Alert System), situato in Cile, nella regione di Rio Hurtado. L’oggetto è stato individuato nella costellazione del Sagittario, con una magnitudine iniziale di 18 e a una distanza di 4,5 unità astronomiche dal Sole (circa 670 milioni di km).
Fin dall’inizio è apparsa evidente la sua natura interstellare: un’orbita iperbolica con eccentricità pari a 6 e un’inclinazione di 175,1°, parametri che indicano un passaggio una tantum nel nostro sistema, prima del ritorno verso lo spazio profondo. Il diametro stimato è di circa 10 km, il più grande finora tra gli oggetti interstellari noti.
Il passaggio ravvicinato a dicembre
La cometa ha raggiunto il perielio (massima vicinanza al Sole) il 30 ottobre 2025, a 200 milioni di km. Successivamente ha continuato la sua traiettoria avvicinandosi alla Terra, fino al perigeo (minima distanza dal nostro pianeta) il 19 dicembre, quando si è trovata a 270 milioni di km da noi.
Nonostante la distanza, l’evento ha scatenato una campagna osservativa mondiale, sia da parte degli osservatori professionali che dei più attrezzati astrofili.
L’impresa di Alberto Brunati: la foto all’alba da Venegono
Tra i primi a immortalare la cometa in Italia, c’è stato proprio Alberto Brunati del GAT. L’8 dicembre, alle ore 6 del mattino, da una postazione isolata nei pressi di Venegono Inferiore, è riuscito a riprendere l’oggetto, nonostante la sua debole luminosità (magnitudine 12) e l’alta velocità apparente nel cielo (circa 60 km/s).
Con un rifrattore da 127 cm e una macchina digitale, Brunati ha realizzato 20 pose da 1 minuto, guidando con precisione sul nucleo della cometa. Il risultato è una delle prime immagini locali della 3I/ATLAS, in cui è visibile anche un curioso getto lungo 500.000 km, rivolto verso il Sole, la cui origine è ancora oggetto di studio.
Una firma storica della fotografia astronomica lombarda
Brunati non è nuovo a imprese del genere. Nel 1985, fu il primo in Lombardia a fotografare la cometa di Halley, in avvicinamento al perielio dell’86. La nuova immagine della 3I/ATLAS conferma la qualità dell’osservazione astronomica amatoriale e il valore scientifico del lavoro svolto dal GAT, che da anni promuove la cultura astronomica nel Varesotto.