di
Flavio Vanetti
Dominio svizzero con Odermatt secondo. Il nostro Florian finisce comunque sul podio. Gli altri azzurri: sesto Paris, ottavo Casse, dodicesimo Franzoni
Tre gare e tre terzi posti, oltretutto con atleti differenti. L’Italia ha concluso il trittico della Val Gardena con un én plein di podi e se c’è un po’ di rimpianto perché il bottino avrebbe potuto essere perfino migliore, non manca la presa d’atto che la Nazionale della velocità in questi giorni si è espressa con continuità e ad alto livello offrendo una pericolosità diffusa: nella prospettiva dei Giochi olimpici è un bel segnale. Florian Schieder da Castelrotto – dunque a un tiro di schioppo da Santa Cristina e dalla pista del Saslong – è il terzo moschettiere azzurro ad essere salito sul più basso dei tre fatidici gradini della gloria. L’ha fatto nella seconda discesa, quella in programma sul percorso completo (giovedì 18, invece, in occasione della prova di recupero di quella cancellata a Beaver Creek, si era corso su un tracciato più corto), e si è arreso – con scarti netti, peraltro: 98 e 60 centesimi rispettivamente – solo ai fuoriclasse svizzeri Franjo Von Allmen (campione del mondo in carica nella specialità) e Marco Odermatt. Quest’ultimo, già battuto in SuperG dal sorprendente ceco Jan Zabystran, ha ceduto di nuovo la vittoria, per quanto il beneficiato sia il «dioscuro» che non vale certo meno di lui. Ma quando Odermatt perde, arriva (di norma) secondo. E questo spiega perché la quinta Coppa del Mondo assoluta non gli sfuggirà.
La situazione particolare della pista gardenese, che offre una luce migliore ai concorrenti che partono con numeri alti di pettorale, ha tenuto di nuovo aperto fino all’ultimo l’ordine d’arrivo. Nei rimescolii della classifica si sono così incuneati, guardando alle posizioni migliori, prima Nils Alphand (figlio d’arte del grande Luc e in gara assieme al fratello Sam, andato però più piano di lui) e poi il ticinese Alessio Miggiano: il francese per due centesimi non è riuscito a soffiare il podio a Schieder, mentre Miggiano, che ha concluso a 1’’04 da Von Allmen, ha fatto scivolare Dominik Paris al sesto posto. A cascata, Mattia Casse è così diventato ottavo e Giovanni Franzoni, «infilato» pure dal francese Theaux, dal finlandese Lehto e dall’austriaco Ploier, ha perso il posto che aveva tra i primi dieci.
Peccato, ma gli azzurri dell’high speed ci sono e la migliore testimonianza la danno proprio i due svizzeri che hanno vinto. Von Allmen: «Sono contento di aver visto sul podio il mio amico Schieder, l’Italia ha qualità». Odermatt: «Io e Von Allmen ci spingiamo a vicenda e lotteremo sempre per vincere, ma in ogni gara, Giochi olimpici inclusi, c’è chi potrà batterci. Gli italiani sono tra i primi rivali perché anche stavolta hanno espresso una continuità che definisco brutale: sì, saranno avversari di noi svizzeri, bisognerà stare molto attenti».
Schieder ha regalato agli azzurri dello sci alpino il sesto podio stagionale, tra uomini e donne: è il quinto terzo posto, al momento il miglior italiano resta Alex Vinatzer (secondo in gigante a Beaver Creek) e non si può non notare che manca ancora la vittoria. L’anno scorso, insomma, andava molto meglio (avevano già vinto Brignone e Goggia), però è cresciuta la quantità dei buoni piazzamenti. E se Paris ha chiari rimpianti («Non è andata benissimo, ancora una volta ho faticato tra le Gobbe del Cammello e il Ciaslàt»), il quasi trentenne Schieder, al terzo podio della carriera (è il primo terzo posto, aveva due piazze d’onore sulla Streif di Kitzbuehel), può dirsi felice: «Sono reduce da due gare positive, questa in particolare mi rende soddisfatto perché era una discesa ben più difficile di quella di giovedì. Mi piace anche la prova collettiva della squadra, è la dimostrazione che siamo in grado di lottare sempre. Ma si può andare più forte. Io per primo».
20 dicembre 2025 ( modifica il 20 dicembre 2025 | 14:35)
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