di
Alfio Sciacca
All’imprenditore chiesta la restituzione di quanto ricevuto come vittima di estorsione. Il presidente dell’ambulatorio antiusura: «C’è un vulnus ma la legge funziona. Denunciare conviene. Nel 2024 erogati 14 milioni»
«Quello di Maurizio Di Stefano è un caso limite. La sua è una storia che sicuramente mette in evidenza un vulnus nella normativa, ma la stragrande maggioranza di commercianti e imprenditori che si ribellano al racket e all’usura riescono a dare una svolta alla loro vita». È preoccupato l’avvocato Lugi Ciatti, presidente dell’ambulatorio antiusura di Roma e componente della Fai, la federazione nazionale antiracket e antiusura. Non è infatti passata inosservata la storia di Maurizio Di Stefano, il ristoratore di Bologna che dieci anni fa aveva avuto il sostegno dello Stato dopo aver denunciato i suoi estorsori e che ora ha chiuso il proprio ristorante perché si è visto recapitare una cartella esattoriale da 150 mila euro. Esattamente quanto gli era stato concesso dopo la denuncia e che ora lo Stato gli chiede indietro perché al termine del processo i suoi estorsori sono stati condannati per usura aggravata, ma non per estorsione.
«Purtroppo è stata applicata alla lettera quello che prevede la legge 44 che disciplina il Fondo di solidarietà per le vittime di estorsive e usura – osserva Ciatti-. Si tratta di un problema a noi ben noto, ma che questa storia ha riproposto in modo drammatico. È chiaramente un vulnus nella normativa sul quale siamo già intervenuti sollecitando una modifica legislativa. Una persona che è stata aiutata in sede di denuncia non può a distanza di tanti anni vedersi crollare il mondo addosso in base all’esito del processo. Quel sostegno economico a suo tempo Di Stefano lo aveva ricevuto sulla base delle valutazioni fatte dalla Procura che hanno ritenuto fondate e importanti le sue denunce. Detto ciò non si deve però commettere l’errore di mettere in discussione tutto un sistema di tutele delle vittime che ha funzionato e funziona ed è anche il frutto di anni di battaglie sul fronte della lotta al racket ed estorsioni»
Nello specifico preoccupano le reazioni rilanciate dai social a commento del caso di Maurizio Di Stefano. «Molti hanno preso a pretesto questa storia per dire: “allora non vale la pena denunciare” – spiega Ciatti-. Non è vero. E sono i numeri a dimostrarlo. Nel 2024 sono stati erogati oltre 14 milioni di euro alle vittime di usura ed estorsioni. Nel 2025 questo dato è stato superato. Ciò vuol dire che abbiamo uno strumento straordinario che ci permette di accompagnare al reinserimento tanti imprenditori taglieggiati in modo concreto. Agli imprenditori si offre assistenza legala e viene risarcito anche il danno biologico. Si tratta di aiuti concreti su cui si può contare. Le vittime devono sapere che c’è un articolato sistema di tutele a loro disposizione»
Chiaro il messaggio da parte di chi quotidianamente assiste le vittime di usura ed estorsione: «Devono continuare ad avere fiducia e devono sapere che denunciare conviene. Oltre ad un importante sostegno economico possono contare anche sul sostegno delle forze dell’ordine delle associazioni antiusura e antiracket. Solo denunciando si ottiene l’aiuto economico che permette di costruirsi una nuova vita affrancandosi da estorsori e strozzini»
Quanto al caso di Maurizio Di Stefano l’Ambulatorio Antiusura di Roma sollecita dunque un rapido intervento legislativo. «Ripeto – insiste Ciatti – l’imprenditore che ha denunciato i suoi aguzzi deve essere sicuro che il sostegno economico non possa essere messo a rischio dall’esito del processo». Inoltre è pronta a per venire incontro al ristoratore aiutandolo a trovare una soluzione che gli permetta di riprendere la sua attività.
21 dicembre 2025
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