di
Guido Olimpio

Pochi si sono fatti avanti per dire di averlo conosciuto: era un tipo solitario. Si era licenziato bruscamente e poi aveva iniziato una vita di peregrinazioni, dal Nevada alla Florida e poi a Boston

Claudio Neves Valente è stato un killer ed ha vissuto come un fantasma. A tre giorni dal suo suicidio in deposito di Salem son ancora tanti i misteri legati alla sua vita, al suo passato recente, alle motivazioni che lo hanno spinto ad uccidere due studenti della Brown University e lo scienziato Nuno Loureiro del Mit. Pochi coloro che sono si sono fatti avanti per dire «lo conoscevo».

L’assassino era di certo un tipo solitario. Una ex collega, che ha condiviso un impiego con lui agli inizi degli anni 2000 in Portogallo, ha fornito alcuni spunti interessanti. Era gentile – ha detto -, disponibile, con il senso dell’humour ma non usciva mai con noi a bere una cosa, sempre riservato sul privato, non sapevamo se avesse ancora i genitori o meno, non conoscevamo neppure dove abitasse e se avesse una relazione sentimentale, non c’erano amicizie (note). Il buio assoluto. Un carattere introverso (ma anche aggressivo) confermato da chi lo ha conosciuto quando faceva il dottorato – poi interrotto – all’ateneo del Rhode Island nel 2003. Uscita resa ancora più traumatica dalla decisione di spezzare qualsiasi contatto con la sua famiglia. Sparirà dalla loro esistenza evitando di fornire qualsiasi spiegazione e i poveri genitori apprenderanno dalla tv la notizia di come sia finito. Male.



















































Valente, finita l’esperienza alla Brown, ha trascorso un periodo in patria lavorando in una società dal quale si è poi licenziato in modo brusco. È ancora la ex collega a sottolinearlo: è andato dal capo ufficio e gli ha detto «da domani non vengo più». E così è stato. Era il 2017, anno in un cui ha vinto la Green Card americana ed è ripartito per gli States, prima tappa Las Vegas.

Il portoghese è stato per diversi mesi nella città del Gioco, dove aveva trovato un appartamento al 475 Sierra Vista Drive, a circa tre chilometri dal famoso Streep, la grande via dove si affacciano hotel e casinò. Dal Nevada è poi passato in Florida: le banche dati evidenziano diversi indirizzi ma anche la creazione di una ditta nel 2005 per servizi digitali registrata da un possibile socio. Poi non c’è molto di più. L’ultimo indirizzo riporta ad una bella casa di Miami-Dade, però è probabile che avesse affittato solo una camera. Fonti citate dal New York Post sostengono che Valente girasse con diverse auto, alcune di valore: una Bentley Flying Spur, una Mercedes classe S ma anche una vecchia Ford Taurus. Erano tutte sue? Come si manteneva? Possibile che non ci siano qualcuno che abbia una storia da raccontare?
Le informazioni ridiventano più precise negli atti dell’inchiesta dopo il triplice omicidio. Valente si dedica alla pianificazione per un periodo prolungato, con ricognizioni successive nell’area di Boston

Ecco le tappe: 12-15 febbraio; 8-25 aprile; 26 ottobre-16 novembre; 1 dicembre, l’ultimo viaggio. Nei giorni successivi passerà del tempo attorno e all’interno della Brown, probabile che abbia studiato i sistemi di sicurezza ed abbia notato come non ci fossero ostacoli all’ingresso così come le diverse uscite. Inoltre, il settore dove ha sparato – che ben conosceva per averci studiato durante il dottorato – erano dotato di appena due telecamere. Infatti, non ci sono immagini che lo riprendono all’interno dell’edificio mentre sono diverse quelle all’esterno.

Il killer, da un lato, è parso molto attento. Ha usato due targhe per l’auto a noleggio, ha «mascherato» il cellulare, aveva Sim card internazionali, documenti e carte di credito intestate ad altri, si è creato un punto d’appoggio in due «cantine» del deposito di Salem, era bene armato (2 pistole, munizioni a volontà, giubbotto anti-proiettile). Dall’altro ha commesso errori grossolani: le telecamere lo hanno ripreso quando è andato a noleggiare l’auto, si è fatto notare dal senzatetto alla Brown, ha dato troppi riferimenti, non si è cambiato gli abiti.

Nei prossimi giorni gli inquirenti dovranno seguire diversi filoni. Il primo è il movente degli attacchi. Il secondo è perché abbia deciso di colpire dopo quasi 20 anni. Il terzo è quale fosse l’obiettivo primario: la Brown o Loureiro, la vittima che aveva incontrato in passato ai tempi dell’università? Il quarto è su cosa abbia fatto Valente nell’ultimo segmento della sua esistenza.

21 dicembre 2025