Il punto serale sulle notizie del giorno
Iscriviti e ricevi le notizie via email
Chi non ha mai visto “L’allenatore nel pallone”? Lei, Licinia Lentini era la moglie, un po’ allegra, del presidente Borlotti. Poi è stata anche la signora Bellugi ne “Il commissario Lo Gatto” e, soprattutto, Moira la mandrilla di Porto Recanati nel primo “Vacanza di Natale”.
Oggi a 66 anni si dedica a corsi di doppiaggio alla Scuola Nazionale di Cinema Indipendente S.N.C.I. a Firenze e insegna recitazione e doppiaggio ai corsi della scuola “Omniartes” a Roma. Al quotidiano Libero, Licinia confessa, che ancora oggi a distanza di anni «spesso vengo fermata dagli ammiratori, per lo più 50enni, che non hanno dimenticato certe pellicole degli Anni ’80. Anche perché sui social, mi dicono, ci sono profili di Fan Club dedicati proprio a quei lungometraggi».
APPROFONDIMENTI
La sua frase più celebre? «“Se te chiedo un milione, te sembro esosa?”», se la ricordano ancora in tanti oggi.
Suo padre, giornalista freelance, muore quando lei ha 13 anni. «Ed è un periodo difficilissimo da affrontare».
Gli rimarrà per sempre però il nome Licinia, scelto da lui. «Papà è amante della storia romana. All’inizio, da piccola, è un nome un po’ ingombrante e vorrei chiamarmi Stella o Stellina, ma poi mi abituo e mi ci affeziono proprio perché è particolare: nella vita ho incontrato solo un’altra Licinia ed è stata una grande festa».
Da bambina inizia a ballare anche se l’altezza (176 centimentri) non l’aiuta. «Frequento anche l’Accademia Nazionale di Danza “Ruskaja” e a 16 anni sono già ballerina nelle opere liriche: con il corpo di ballo ci esibiamo in tutta Italia». Poi «mi presento a un provino da Garinei e Giovannini, i fondatori della commedia musicale italiana. Entro nel corpo di ballo tra le sei protagoniste della commedia musicale “”Felici-BumTà” con Gino Bramieri: per 4 mesi ci esibiamo al Lirico di Milano».
A Libero poi racconta di quando nel 1976 si è iscritta a Miss Italia: «Mi iscrivo per gioco e senza pretese, perché sto già lavorando nel mondo dello spettacolo. Vengo eletta Miss Roma e mia mamma si arrabbia perché non sa niente. Poi, alle selezioni nazionali, divento Miss Eleganza».
Nello stesso anno Licinia Lentini debutta al cinema. Lavora con Cochi e Renato, con Teocoli, Boldi e Smaila. Poi Con Giuliano Gemma. Nel 1978 si trova a sedurre Gloria Guida: «Mi scelgono perché danzo bene e mi dicono semplicemente di ballare, senza spiegarmi tutta la sceneggiatura del film: non immagino minimamente possa diventare una scena lesbo sexy».
«Nel 1978 lavoro – ricorda ancora al quotidiano Libero – con Macario in “Macario più”, spettacolo nel quale lui è il grande protagonista che gestisce tutto». Poi, partecipa alla trasmissione del sabato sera “Studio 80” insieme con Christian De Sica, Leopoldo Mastelloni e Nadia Cassini. Ma il vero successo è con Vacanze di Natale 1983.
Licinia è Moira, che Jerry Calà nel film definisce come la “mandrilla di Porto Recanati, tipica marchigiana cabriolet, sempre aperta”. «Con Jerry nasce una bella amicizia che prosegue anche dopo. L’aspetto divertente di quel film, per me, è la preparazione del personaggio: per interpretare Moira e parlare in quel modo studio a fondo, per settima- ne, il dialetto marchigiano».
L’altro suo grande successo è “L’allenatore nel Pallone”. Lei ha una tresca amorosa con il capitano della Longobarda, Speroni. «Tempo dopo incontro Stefano Davanzati, l’attore che faceva Speroni, ma non lo riconosco. Mi chiama ad alta voce: “Licinia, non ti ricordi di me? Siamo stati a letto insieme”, riferendosi alla scena del film. Ma tutti ci guardano sorpresi».
Poi all’improvviso esce dal set, le luci si spengono. Ma è anche una scelta. «Di offerte ne arrivano molte ma ormai non sono più un ragazzina e interpretare la bellona di turno inizia a starmi stretto. Il teatro, invece, mi gratifica e decido di indirizzare lì la mia carriera, visto che già mi dà molte soddisfazioni: nel 1986, per esempio, recito nel “L’incidente” con Renzo Montagnani». Lo fa con passione negli anni 90′ dove decide di presentarsi al Piccolo Teatro di Milano «per cercare di farmi conoscere».Senza vergogna chiede di «poter assistere alle prove del “maestro”. Mi accontentano e, poi, riesco anche a sostenere dei provini. Li passo tutti e, all’ultimo, si presenta direttamente lui». Per fortuna «è soddisfatto, si complimenta spiegando che ho la personalità e la presenza giusta. Così vengo presa per la commedia “La grande magia”».
«A volte riguardo i miei film: quei lavori non li rinnego. Hanno fatto parte del mio percorso», anche se ora per lei c’è solo l’insegnamento e il doppiaggio.
Ammette che «nel periodo dei film di successo ero felicemente fidanzata e serena». Ma non si è mai sposata: «Ho vissuto due o tre storie importanti e belle, però senza arrivare al matrimonio. E non ho figli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

