di
Roberta Polese
Interrogazione di Andrea Crisanti alla ministra Anna Maria Bernini. Gli specializzandi: «Ci negano l’accesso agli atti»
Il caso Nocini approda ufficialmente in Parlamento. Sarà il professor Andrea Crisanti, senatore del Pd, microbiologo e docente universitario, a chiedere un intervento della ministra dell’Università e del merito Anna Maria Bernini. La ministra quindi dovrà rispondere allo spinoso caso di Riccardo Nocini, figlio dell’ex rettore Pier Francesco, diventato professore ordinario a 33 anni (e 242 pubblicazioni) nel Dipartimento di scienze chirurgiche odontostomatologiche e materno infantili (Discomi) dell’Università di Verona, dove fu docente il padre Pier Francesco prima di diventare rettore. Un titolo ottenuto pochi giorni dopo il passaggio del testimone di Nocini senior alla nuova rettrice Chiara Leardini, ma il cui iter di assegnazione era iniziato lo scorso anno. «Bernini dovrà rispondere di questo concorso – spiega il professor Crisanti – è una questione di trasparenza».
La norma contro le parentopoli
A chiedere l’intervento della ministra anche Associazione Liberi specializzandi Als e Bandiuniversita.it, le due associazioni che tutelano gli specializzandi, e che hanno segnalato come tutta la procedura di assegnazione della cattedra infranga la norma contro il familismo e le parentopoli introdotta nel 2010 dalla ministra Mariastella Gelmini. Nel caso Nocini, le associazioni denunciano la violazione dell’articolo 18 della legge 240, che preclude la partecipazione ai contratti a qualsiasi titolo erogati dall’ateneo a coloro «che abbiano un grado di parentela o di affinità, fino al quarto grado compreso, con un professore appartenente al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata ovvero con il rettore, il direttore generale o un componente del consiglio di amministrazione dell’ateneo».
L’accesso agli atti negati agli specializzandi
Questa norma, segnalano gli esponenti, deve essere applicata «non in senso meramente formalistico, ma alla luce della ratio ispiratrice della disciplina normativa in esame – tesa ad arginare, per quanto possibile, il fenomeno del familismo universitario». Due giorni fa la rettrice Leardini si è detta «profondamente a disagio» per quanto accaduto e pur segnalando che «tutto è avvenuto nel pieno rispetto delle regole», ha anche affermato che «non dovrà ripetersi mai più» e che chi vorrà potrà fare richiesta dei 14 passaggi di atti e formalità che certificano che tutto si è svolto secondo la norma. «Ci dispiace dover contraddire la rettrice- afferma Massimo Minerva, di Liberi Specializzandi che ha firmato l’esposto insieme all’avvocata Stefania Flora – ma proprio venerdì, mentre al Senato accademico la rettrice diceva che gli atti sarebbero stati accessibili, la segreteria ci ha negato l’accesso alla documentazione, dicendo che non siamo portatori di un “interesse diretto” nella vicenda, noi pensiamo esattamente il contrario».
L’indagine sulla commissione
Sul piano formale invece l’autorità anticorruzione ha affermato che un’indagine potrebbe riguardare unicamente l’operato della commissione che ha valutato il candidato, non il rispetto della norma Gelmini. Ma il caso ormai è esploso in tutto il Paese: nelle università e nei dipartimenti di Medicina non si parla d’altro. Sul fronte delle indagini penali, invece, il fascicolo nemmeno si apre: la depenalizzazione dell’abuso d’ufficio ha annientato qualsiasi possibile investigazione penale sull’operato della commissione esaminatrice. Accade, di fatto, la stessa cosa che è avvenuta a Milano con la parentopoli (e l’amicopoli) scoperta in Fondazione Milano Cortina: qui i pm hanno chiesto l’archiviazione dell’inchiesta proprio per l’intervento della legge contenuta nella riforma del ministro Carlo Nordio.
Udu: «Favoritismi nei concorsi»
Intanto l’Udu, Unione degli universitari, torna a parlare tramite la rappresentante degli studenti Emma Menaspà: «Siamo stati noi in Senato accademico a sollevare la questione riguardante i favoritismi nei concorsi – spiega – vogliamo che si tenga alta l’attenzione su queste dinamiche che annientano lo studio e il sacrificio di tanti ragazzi che trovano le strade sbarrate, il caso Nocini non deve finire in un cassetto, terremo monitorata la situazione».
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21 dicembre 2025
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