Cesena, 21 dicembre 2025 – Truffa e tentata truffa l’altro giorno a Savignano. Quella andata a vuoto la racconta Riccardo Bastoni, titolare di una agenzia di assicurazioni in piazza Borghesi: “Stavo camminando nel parcheggio di via Emilia Est, quando sono stato affiancato da un suv Mercedes scuro. Il conducente, un giovane elegante, ben curato con un taglio di capelli moderno che parlava correttamente l’italiano senza però avere l’accento romagnolo. Ha abbassato il finestrino e con un fare molto educato, affabile e brillante, mi ha detto: ’Tu non mi riconoscerai, ma mi ricordo io quando venivo con mio padre da bambino’.
Lui non ha parlato dell’ufficio ma purtroppo queste persone sono talmente abili che fanno parlare con una tecnica speciale la persona da colpire. Mi ha fatto i complimenti per il mio aspetto fisico dopo tanti anni che non mi vedeva. Io ho pensato che fosse il figlio di un avvocato di Cesena che tanti anni fa veniva in agenzia a curare le pratiche. Mi ha detto che era a Savignano perché sua moglie essendo commessa in un negozio di abbigliamento al Romagna Shopping Valley a Capanni, stavano facendo una presentazione di vestiti in paese.
Si è instaurato un bel rapporto di simpatia e a un certo punto ha detto che aveva dei campioni di capi di abbigliamento e che voleva farmi un regalo. Io ho rifiutato, ma lui ha insistito e ha preso un bel maglione e me lo ha messo in mano come regalo. Io non lo volevo, ma lui ha detto di tenerlo e mi ha detto che dovendo dimostrare il mancato incasso, mi ha chiesto un contributo di 50 euro. Al mio rifiuto mi ha risposto che bastavano anche 30. A quel punto mi sono reso conto della truffa in cui stavo cadendo e gli ho restituito il maglione perché ho capito che era tutta una sceneggiata e che il tutto non si sarebbe fermato ai 50 o 30 euro e sono andato via. Lui continuava a dirmi di prenderlo, ma io ho rifiutato”.
Un’altra truffa è accaduta nei giorni scorsi nel parcheggio del cimitero di Savignano. Un’auto in pessime condizioni ha affiancato un pensionato di 70 anni dicendogli che era andato a scuola con lui. E ha raccontato: “Io ho detto di no. Lui mi ha detto che aveva uno stock di vestiti di una ditta fallita. Mi ha offerto un giubbone in pelle e cinque camice. Mi ha chiesto 200 euro e il ho risposto che ne avevo 150. Lui mi ha detto che nel nome della nostra conoscenza andavano bene anche 150. Poi è andato via. Ho aperto il giubbone e dentro era tutto rotto così come le camice. Lì ho capito che quel losco individuo mi aveva truffato. Non saprei riconoscerlo e non ho preso il numero di targa”.