
Dodici spettatori in tutto, ammucchiati a gruppetti da quattro sotto i funghi da sagra che non bastano neanche con un buon bicchiere di vin brulè, figurarsi per stare seduti e fermi davanti ad uno schermo per novantasette minuti. Manco il film in programmazione fosse di quelli che scalda il cuore: il padre della nazionalpopolare cinematografia italiana, quella dei cinepanettoni, che i Vanzina battezzarono nel 1983 con Vacanze di Natale.
Una fotografia caciarona dell’italietta borghese del – finto- secondo boom. Quello costruito sul debito pubblico e sul mito dell’America edonista di Ronald Regan.
Sulmona arriva quarantadue anni dopo a regalare questa “perla” cinematografica alla città, inserendola, l’altra sera, nella programmazione all’aperto in un gelido sabato sera prenatalizio. Un flop annunciato e anche prevedibile, senza avere neanche l’accortezza di chiedere a chi il cinema lo propone in città da quarantatré anni (l’associazione Sulmonacinema) qualche alternativa.
Messo che un’arena all’aperto in pieno inverno abbia un senso.
Eppure, di film di Natale Sulmona è stata protagonista in più occasioni: dal capolavoro di Monicelli Parenti serpenti, al più recente Un Natale con i fiocchi. Sarebbe bastata una strizzatina d’occhio per provare a sfidare la piazza gelida con un po’ di sano narcisismo e cinema vero.
“La gente deve imparare a uscire di casa – spiega l’assessora alla Cultura Emanuela Cosentino – tornare a frequentare la strada. Questo è il senso di tutto il cartellone delle manifestazioni natalizie in città”.
Nobile intento che non basta di per sé, però, per la chiamata alle armi o alla passeggiata. Anche perché, in quanto a gusti cinematografici, il pubblico sulmonese è abituato ad altri livelli e questo grazie anche a chi da oltre quattro decenni si sforza per alzare l’asticella.

Come accaduto ieri, d’altronde, dove al cinema Pacifico una sala gremita ha accolto attori (tra cui il sulmonese Andrea Fuorto) e regista di Ammazzare stanca “un racconto sulla prima espansione della ‘ndrangheta nel profondo Nord, tra i primi movimenti operai e studenteschi, con uno stile mai indulgente sostenuto da una profonda tensione morale”.
Anni anagrafici e anni luce lontano dalla commedia della parolaccia, propinata come cult di un’epoca che, per fortuna, almeno cinematograficamente, non ci appartiene più.
In attesa della sorpresa di Capodanno in piazza XX settembre che, sembra deciso a meno di dieci giorni dal conto alla rovescia, sarà in compagnia di Dj Mauri e due speaker (Melania Agrimano e Beppe De Marco) di RDS.
“E pure sto Natale se lo semo levato dalle palle”.