di
Leonard Berberi
L’anno prossimo sarà record di riempimento con meno di 17 sedili liberi ogni cento in vendita. Il primato dell’Europa (soprattutto tra le low cost). Ecco cosa succede
La notizia buona, per le aviolinee, è che i loro aerei decolleranno ancora più affollati. Quella non proprio buona, per i passeggeri, è che con meno posti liberi, nel 2026 sarà più difficile trovarne uno a disposizione, soprattutto se si decide di prenotare all’ultimo e verso destinazioni gettonate. L’anno prossimo il settore raggiungerà il record del tasso di riempimento dei voli con la vendita dell’83,2% dei sedili. È quanto emerge dall’analisi del Corriere che ha incrociato le previsioni della Iata e i dati dell’offerta forniti dalla piattaforma specializzata Cirium.
L’andamento
Il 2026 batterà il precedente primato del cosiddetto load factor, previsto per quest’anno (82,3%). Nei prossimi dodici mesi, e con 5,2 miliardi di viaggiatori stimati, ogni cento sedili in vendita meno di 17 resteranno liberi. «Significa che d’estate — in particolare tra la metà di luglio e la metà di agosto — trovare un aereo vuoto in Europa, a pochi giorni dalla partenza, sarà quasi impossibile», confermano due dirigenti di altrettante compagnie del continente.
Il record di agosto 2025
E del resto un assaggio si è avuto già lo scorso agosto. «Il fattore di riempimento globale dei passeggeri ha raggiunto livelli record, con un picco dell’86% nell’agosto 2025, il valore mensile più alto mai registrato», segnala la Iata, la principale associazione internazionale delle aviolinee. I riempimenti più alti, anche per il 2026, li avranno le low cost: Ryanair, per esempio, tocca già picchi mensili del 95-96%.
Le limitazioni
«I vincoli dal lato dell’offerta — con centinaia di aerei fermi per i problemi ai motori nuovi e ritardi nelle consegne — continuano a mantenere i fattori di riempimento su livelli record», spiegano dalla Iata. Il che, per i vettori, è una notizia buona perché questo «a sua volta sostiene i rendimenti e i profitti in un contesto operativo per il resto turbolento». Insomma, le società fanno più soldi.
«La domanda resta forte»
Ma oltre alla «gestione rigorosa dell’offerta», l’associazione sottolinea che anche la domanda resta forte: le persone, ormai a oltre tre anni dal picco della pandemia, continuano a viaggiare. Per stare dietro a tutti loro, e in un contesto di carenza di aeromobili che limita l’offerta e i collegamenti, i vettori usano per più ore al giorno i jet a disposizione. Oppure mantengono per più tempo in flotta i velivoli vecchi.
Cosa succederà in Europa
L’Europa avrà voli più pieni della media mondiale, attorno all’84,5%. Ma il dato — complice anche un eccesso di offerta su alcuni segmenti di mercato — dovrebbe restare al di sotto del picco del 2019 (pre Covid) dell’85%. Con un piccolo particolare. Il mercato europeo è leggermente diverso dal resto del mondo: qui i flussi sono più concentrati (tra marzo e aprile, tra fine giugno e settembre, tra dicembre e gennaio). In altri periodi — novembre, febbraio — si toccano i valori più bassi dei volumi, con meno voli ma anche aerei meno pieni della media. E prezzi che toccano i minimi.
21 dicembre 2025 ( modifica il 21 dicembre 2025 | 12:51)
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