A Zaporizhzhia, il fronte dimenticato tra fibra ottica per i droni, vedove, scuole (e fabbriche) sottoterra
dalla nostra inviata MARTA SERAFINI
REGIONE DI ZAPORIZHZHIA «Normal». Alza gli occhi al cielo Gheorghy e sospira. Ha appena finito di fare benzina. Una kab, una bomba volante, è caduta a pochi metri da lui. Ha colpito la Motor Sich, che un tempo produceva motori per i missili spaziali del programma sovietico e ora, nei suoi sotterranei anti atomici, contribuisce alla produzione bellica ucraina. Più di venti feriti. Vanno avanti a fatica le trattative. Ma ogni giorno Zaporizhzhia si sveglia e combatte la sua battaglia. «Normal», dice Gheorghy rassegnato.
È il fronte dimenticato, quello di una città che prima dell’invasione aveva 700 mila abitanti e ora è in prima linea assieme alle decine di villaggi che la circondano. Operai, agricoltori, abituati alla fatica e al dolore e che ora si portano la morte sulle spalle.
Leggi il reportage completo