Oggi ci si interroga sulla bolla tech. C’è o non c’é? Dodici mesi fa i gestori si muovevano con il freno a mano tirato. Inflazione, dazi, tensioni geopolitiche e timori di recessione spingevano verso portafogli prudenti, dominati da obbligazioni e asset difensivi. Oggi lo scenario è cambiato. Non perché i rischi siano scomparsi: il principale, segnalato da una larga maggioranza (66%), è quello legato appunto all’eventuale scoppio della bolla sui titoli della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. Ma l’economia globale ha dimostrato, fin qui, una capacità di tenuta superiore alle attese. Non a caso alla domanda se sarà il 2026 l’anno della grande correzione legata all’eccessiva valutazione di alcuni asset c’è una maggioranza altrettanto larga (64%) che risponde di no. Ed è su questo equilibrio (più fiducia, ma senza eccessi) che si costruiscono le strategie per il 2026. Ecco le linee che emergono dal consueto sondaggio annuale realizzato da L’Economia del Corriere della Sera coinvolgendo 54 esperti tra sim, società di gestione e investment bank.
22 dicembre – 07:17
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