di
Claudia Voltattorni
Pensioni, penalizzati gli impieghi più usuranti. Il taglio dell’Irpef al 33%. Cartelle esattoriali, rottamazione in nove anni
Dopo oltre due mesi (era il 17 ottobre) dall’approvazione in Consiglio dei ministri, il disegno di legge Bilancio arriva finalmente lunedì 22 dicembre in Aula al Senato per la votazione finale. Poi il passaggio alla Camera e il voto con l’approvazione definitiva entro il 30 dicembre. La quarta manovra economica del governo Meloni vale 18,7 miliardi di euro. La maggior parte delle misure riguarda il taglio dell’Irpef per i redditi medi fino a 50 mila euro lordi con l’aliquota che scende dal 35% al 33%. Ma ci sono anche 3,5 miliardi per le imprese e una nuova rottamazione delle cartelle — la quinta. E interventi sulle pensioni con tagli per chi anticipa l’accesso pensionistico.
Casa e scuola
Dalla casa ai bonus per le scuole paritarie, la legge di Bilancio include diverse misure destinate alle famiglie, a partire dalla prima casa esclusa dal calcolo dell’indicatore Isee. La soglia di franchigia ai fini Isee e della scala di equivalenza viene alzata a 91.500 euro, incrementata di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo. Le maggiorazioni sono rideterminate in 0,1 in caso di nuclei familiari con due figli, 0,25 in caso di tre figli, 0,40 in caso di quattro figli e 0,55 in caso di almeno cinque figli. Prorogati per tutto il 2026 i bonus per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico che restano quindi anche per il prossimo anno al 50% per la prima casa e al 36% dalla seconda in poi (con il limite di spesa massima di 96 mila euro). Dal 2027, l’agevolazione scenderà al 36% anche per la prima casa. Confermato anche il bonus mobili ed elettrodomestici con un tetto massimo di 5 mila euro, ma solo per il 2026. Arrivano poi le novità per le abitazioni date in affitto per meno di 30 giorni: per la prima casa la cedolare secca resta al 21% e per la seconda al 26%, ma dal terzo immobile in poi dato in affitto per meno di 30 giorni (il cosiddetto «affitto breve») la tassazione diventerà quella per il reddito d’impresa. Finora partiva dal quinto immobile in poi. Nella prima versione del ddl Bilancio, la cedolare secca al 26% veniva applicata già dalla prima abitazione in affitto. Per il Piano casa vengono stanziati 200 milioni di euro, 100 per il 2026 e 100 per il 2027. Per il 2026 c’è il bonus fino a 1.500 euro riconosciuto alle famiglie con Isee fino a 30 mila euro che scelgono le scuole paritarie (medie e biennio delle superiori). Viene riconosciuta alle stesse scuole l’esenzione dal pagamento dell’Imu nel caso in cui richiedano una retta inferiore al «Costo medio studente».
Fisco e imprese
Tra le misure più importanti della manovra 2026 c’è il taglio dell’Irpef con l’aliquota che scende dal 35% al 33% e riguarda i contribuenti con redditi fino a 50 mila euro. Il testo propone anche la rottamazione quinquies, con 54 rate bimestrali da minimo 100 euro ciascuna spalmate in 9 anni. A banche e assicurazioni vengono chiesti circa 11 miliardi nel prossimo triennio, tra aumento dell’Irap e una riduzione della deducibilità sulle perdite. Vengono esclusi i soggetti con minore base imponibile con l’introduzione di una franchigia di 90 mila euro applicabile sulla maggiore imposta dovuta solo per i periodi d’imposta 2027 e 2028. Confermato l’intervento sulla fiscalità finanziaria, in particolare sulle negoziazioni ad alta frequenza (High Frequency Trading). L’aliquota della cosiddetta Tobin tax sulle transazioni finanziarie raddoppia, passando dallo 0,02% allo 0,04%. La misura dovrebbe generare un extragettito stimato in 337,3 milioni di euro a decorrere dal prossimo esercizio finanziario. Rientrano in manovra tutte le misure per le aziende: arrivano 1,3 miliardi per il credito d’imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti. Tra questi: 532,64 milioni per le aziende che hanno fatto domanda per il credito d’imposta per la Zes unica. Confermato dal 2026 l’iperammortamento, che sarà triennale. Salta la maggiorazione al 220% per gli investimenti green. Vengono incrementate le risorse stanziate per il 2027 e il 2028 per gli incentivi per i processi di aggregazione e la tutela occupazionale. Dal 1° gennaio scatta la «tassa sui pacchi». La norma impone un contributo fisso di 2 euro su tutte le spedizioni di valore inferiore ai 150 euro provenienti da Paesi fuori dalla Ue. Le stime della Ragioneria Generale calcolano circa 327 milioni di spedizioni coinvolte l’anno.
Pensioni e lavoro
La nuova stretta sulle pensioni colpisce i lavoratori precoci e usuranti, mentre il governo fa un passo indietro sull’uscita dal lavoro a 64 anni per i privati: non si potrà più ricevere l’assegno di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare. Viene cancellata, infatti, la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare per il raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo. Aumentano ulteriormente i tagli all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci. L’emendamento del governo alla manovra aumenta i tagli di 50 milioni nel 2033 e di 100 milioni dal 2034. Previsti tagli pari a 40 milioni annui dal 2033 anche al Fondo per il pensionamento anticipato per i lavoratori impegnati in mansioni usuranti: così il fondo a disposizione passa da 233 a 194 milioni. Novità anche sul Tfr, il trattamento di fine rapporto. Si estende la platea delle aziende che dovranno conferire il Tfr al fondo Inps. Nel biennio 2026-2027 quelle che hanno raggiunto i 60 dipendenti dovranno attenersi a questa misura e successivamente lo dovranno fare tutte quelle con 50 dipendenti. Dal 2032 verranno toccate anche quelle più piccole con 40 dipendenti. Il meccanismo di adesione automatico alla previdenza complementare è valido per tutti i neoassunti da luglio. Ci saranno 60 giorni per comunicare una decisione diversa. Infine l’aliquota agevolata per la tassazione degli incrementi contrattuali resta al 5%, ma riguarderà i redditi fino a 33 mila euro e i rinnovi effettuati anche nel 2024 e non solo nel 2025 e nel 2026.
Tutti i tagli previsti
Il principio che ha indicato fin dall’inizio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per le misure della manovra economica è che tutto doveva essere realizzato «a saldi invariati». Così molte richieste arrivate dalla maggioranza durante l’esame in commissione sono state ridimensionate o addirittura respinte proprio per far quadrare i conti. Ecco quindi i numerosi tagli nel testo approvato sabato. Ad esempio, il Fondo di sviluppo e coesione che per il 2026 ha visto un taglio di 300 milioni di euro e di 100 milioni per il 2027 e il 2028. Saltano i tagli invece previsti per editoria e tv locali. E anzi, per il 2026 arrivano 60 milioni di euro nel Fondo per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria. Ma resta il taglio del finanziamento alla Rai in arrivo dal canone, anche se si riduce: passa dai 30 milioni prospettati nel triennio 2026-2028 a 10 milioni e solo nel 2026. Resta anche se ridotto il taglio per il Fondo per il cinema: scende a 90 milioni nel 2026 dai 150 inizialmente previsti e le risorse per il settore scendono a 610 milioni. Non vengono tagliati, ma tecnicamente riassorbiti nel bilancio dello Stato, i circa 7 miliardi del Pnrr ancora non spesi. Sarà il Mef a destinarli via via alle amministrazioni per le opere del Piano. Arriva il taglio al Fondo per i farmaci innovativi: scende di 140 milioni di euro dal 2026 la dotazione del Fondo ma servirà per coprire l’aumento della spesa farmaceutica per il 2026 che passerà dallo 0,2% allo 0,3%. Saltata la norma che riapriva i termini del condono del 2003 per alcuni casi specifici, come la Campania. Dopo le proteste e le minacce di ostruzionismo da parte delle opposizioni, la misura diventa un ordine del giorno ed esce quindi dalla legge di Bilancio. Non sono stati tagliati, ma slittano al 2032 e 2033, 780 milioni di euro per il Ponte sullo Stretto.
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22 dicembre 2025
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