A Natale, I Wonder Pictures mette sotto l’albero La mia famiglia a Taipei di Shih-Ching Tsou, un film in parte autobiografico ambientato in una città vivace e colorata in cui tre personaggi femminili si muovono fra tradizione e ricerca della propria identità. Il film è al cinema da oggi, 22 dicembre.
Ci sono film che, nella loro apparente semplicità, racchiudono un mondo, o meglio una molteplicità di personaggi e di temi. Inoltre ci restituiscono un ritratto sfaccettato dell’uomo contemporaneo, spesso in bilico fra le leggi non scritte della famiglia e della società e il bisogno di una realizzazione personale. Un esempio di questo buon cinema è La mia famiglia a Taipei, primo lungometraggio in solitaria di Shih-Ching Tsou, abituale collaboratrice di quel Sean Baker che ha vinto la Palma d’Oro e l’Oscar con Anora. Qui il regista è stato cosceneggiatore, produttore nonché montatore.
In uscita il 22 dicembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection e WISE Pictures, La mia famiglia a Taipei ha vinto la Festa del Cinema di Roma 2025 e unisce al dato autobiografico i racconti di amici e familiari della regista. Il titolo inglese del film è Left-Handed Girl (la ragazza mancina) e nasce dal ricordo del nonno di Shih-Ching Tsou, che un giorno le disse che la mano sinistra era la mano del diavolo e doveva essere usata il meno possibile. La regista ha trasformato l’episodio in una scena del film, abbracciando così anche la dialettica fra tradizione e modernità e fra pubblico e privato, e raccontando una storia di empowerment femminile sullo sfondo di una città caotica e variopinta.

La mia famiglia a Taipei: la trama e il trailer
La mia famiglia a Taipei narra le vicende della piccola I-Jing, che torna a Taipei dopo diversi anni di assenza insieme alla madre Shu-fen, che prende in gestione un chiosco in un vivace mercato notturno, e alla sorella maggiore Shi-Yuan Ma, che si trova un lavoretto part-time. Mentre la prima cerca di far fronte ai debiti e la seconda tenta di vivere la vita liberamente, la bambina si lascia sedurre dalle luci e dalla frenesia della città. Un giorno la mano sinistra porta I-Jing a rubare tra gli stand del mercato, avviando una serie di eventi e di imprevisti che porteranno a una conclusione inaspettata.
La Mia Famiglia a Taipei: Il Nuovo Trailer Ufficiale Italiano del Film – HD
Taiwan, la famiglia, il peso della tradizione e il matriarcato
Da filmmaker taiwanese che si è trasferita negli Stati Uniti, Shih-Ching Tsou ha molto a cuore il tema dell’identità e di ciò che la definisce. La regista ha deciso di lasciare il suo paese perché cercava uno spazio per esplorare chi fosse e costruire il suo percorso lontano da ogni tipo di condizionamento. “A Taiwan, soprattutto per una donna, ci sono molte regole non scritte su come comportarsi” – ha spiegato. “Nella cultura cinese in particolare, è molto importante mantenere la dignità. Devi mostrare agli altri il tuo lato migliore, nascondendo gli aspetti negativi di cui ti vergogni”. Per queste ragioni la mamma e la sorella di I-Jing non hanno voluto rivelare a nessuno un segreto che scotta, e a proposito di segreti la regista ha detto: “Sono stata attratta dalla tensione che si crea all’interno delle famiglie tradizionali: da come la paura del giudizio o del rifiuto da parte della società possa portare a seppellire verità per anni”.
La mia famiglia a Taipei è certamente un film al femminile. I personaggi maschili, come il padre e il fratello di Shu-fen, sono negativi, e il solo personaggio positivo (il nuovo compagno di Shu-fen) rimane quasi sempre sullo sfondo. Le donne sono invece numerose. “Nella società taiwanese, gli uomini sono spesso considerati i capifamiglia” – ha fatto notare Shih-Ching Tsou -“ma in realtà sono spesso le donne a sostenere il peso emotivo e a guidare silenziosamente il nucleo familiare”. Il nemico di I-Jing , di sua mamma e di sua sorella maggiore non è dunque il severo nonno ma le donne della famiglia, che fanno muro contro Shu-fen in nome di decisioni che giudicano “sbagliate” perché sono sinonimo anche di un desiderio sempre crescente di essere fuori dal coro.

Un mondo luminoso e colorato
Dal momento che La mia famiglia a Taipei si basa sulle passeggiate di Shih-Ching Tsou nei mercati notturni di Taiwan e sulle amicizie che ha stretto con le persone che ha incontrato là, i luoghi del film sono sempre stati molto importanti per la regista, a cominciare proprio dal mercato con la sua aria festosa, i suoi colori, la sua vivacità e il suo fascino indiscreto. “Il mercato notturno era un luogo qualunque quando ero bambina a Taiwan” – ha raccontato Shih-Ching Tsou – “ma dopo aver vissuto a New York per molti anni, tutto ha ricominciato a sembrarmi speciale. Girare il film a Taiwan è stato come riscoprire la bellezza del mio Paese natale. I miei direttori della fotografia continuavano a chiedermi perché volessi catturare certi dettagli, come il marciapiede verde su cui camminano le ragazze dopo aver lasciato il banco dei pegni o la musica classica che proviene da un camion della spazzatura e ricorda alla gente di portare fuori i propri rifiuti. Sono piccole cose di tutti i giorni, ma sono così tipicamente taiwanesi che ora le trovo bellissime”.
Se il mercato notturno è vivace, allegro e stimola tutti e 5 i sensi, ciò che accade ai personaggi de La mia famiglia a Taipei, chiusi nei loro dolorosi silenzi, è spesso triste, e in un simile contrasto sta uno dei punti di forza del film. In superficie tutto sembra normale, “ma sotto scorrono profonde correnti emotive”. Proprio per questo era essenziale una tensione fra “l’esterno luminoso e la silenziosa tristezza interiore dei personaggi.
L’appuntamento con La mia famiglia a Taipei è dunque per il 22 dicembre, per un Natale unico, fantasioso e poetico.
