di
Francesco Sessa
L’azzurra e l’americana sono un modello l’una per l’altra: dopo tanti infortuni sono riuscite a tornare al top, ecco come
L’essenza dello sport: motivarsi a vicenda, superando i limiti. E l’età che avanza. Sofia Goggia e Lindsey Vonn, 74 anni in due, ancora regine della velocità. Contro il tempo, contro gli infortuni, contro le rivali più giovani. La fame non passa, anzi aumenta. Si stimano, scherzano, sono amiche sincere, però poi in pista danno tutto per superarsi.
Vonn ha scelto un campione norvegese come coach
Vonn è tornata dopo cinque anni di inattività, si era ritirata sfiancata da testa e fisico. Vive con una protesi al ginocchio, eppure va che è una meraviglia. Quest’anno ha vinto la discesa a St. Moritz, non un fulmine a ciel sereno: Lindsey è sempre lì, una presenza (quasi) fissa sul podio. Poche ore prima dell’esordio stagionale, aveva dichiarato: «Non mi sono mai sentita così in forma». In molti pensavano a una «sparata», a una sana dose di arroganza sportiva. Wonder Woman, in realtà, era solo estremamente consapevole: aveva ragione lei. Ha raccontato di aver aggiunto 5,5 chili di muscoli, sotto la guida di un nuovo coach: Aksel Lund Svindal, ovvero un ex campione bionico, nel senso che si è rotto di tutto salvo tornare sempre più forte di prima, come dimostra l’oro olimpico nel 2018 in discesa dopo essersi rotto il crociato.
Goggia, dagli infortuni alla rinascita
Vonn ha scelto un uomo al suo fianco, un campionissimo che si è messo a disposizione: «Non potevo dire di no a Lindsey», ha raccontato il norvegese. L’americana sta portando tutte a scuola, come ha detto Goggia. Sofia si è messa in prima fila, ha preso appunti e ha vinto il superG in Val d’Isère. Un altro caso di campionessa che sfida l’età – non facciamoci ingannare dai 41 anni di Vonn, caso più unico che raro: i 33 anni della bergamasca non sono affatto pochi – e un fisico che in carriera l’ha messa a dura prova più volte. Basti pensare che Goggia si era rotta il crociato e il menisco del ginocchio destro quando non aveva ancora 15 anni, nel 2007. Un anno dopo, ancora il menisco. Nel 2012, ancora il ginocchio destro. Un anno e mezzo dopo, tocca al sinistro (menisco compreso).
E poi frattura del malleolo peronale, frattura del radio, ancora il ginocchio destro con trauma distorsivo e frattura composta della tibia e microfrattura al perone, fino alla frattura di tibia e malleolo nel febbraio 2024. Come si fa, a queste condizioni, a essere ancora lì, a lottare per vincere? Con testa, con dedizione, con una sana dose di follia.
Gli allenamenti di Sofia iniziano all’alba
Goggia è un’atleta disciplinatissima, che si allena maniacalmente: durante la preparazione estiva, Sofia svolge sessioni mattutine già dalle 5.30 del mattino. Si allena anche con ciclismo, corsa e skiroll. Non facciamoci ingannare dal «personaggio Goggia», dalla ragazza scanzonata che sembra un po’ con la testa tra le nuvole: Sofia è un’atleta da prendere da esempio. Ha una fame ancora fortissima, con vista sulle Olimpiadi. Goggia e Vonn sono la dimostrazione che nello sport tutto è possibile, con dedizione e passione. E talento, certo: ma da solo, non basta.
22 dicembre 2025 ( modifica il 22 dicembre 2025 | 14:29)
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