di
Cesare Giuzzi
Della traccia, messa in luce a giugno di quest’anno da un articolo del quotidiano “il Tempo” e poi da diverse trasmissioni tv, è tornato a parlare il Tg1 in relazione alla possibile nuova dinamica del delitto di Garlasco, alla quale sta lavorando la Procura di Pavia
Una strana traccia di sangue, quattro linee parallele che sembrano suggerire l’impronta lasciata da una suola di una scarpa. Segni mai repertati dai Ris di Parma durante i sopralluoghi nella villetta di via Pascoli del 2007. Ma ben visibili nelle fotografie scattate all’epoca dei carabinieri sul primo gradino della scala che porta al seminterrato dove venne rinvenuto il corpo di Chiara Poggi.
Di questa traccia, messa in luce a giugno di quest’anno da un articolo del quotidiano “il Tempo” e poi da diverse trasmissioni televisive, è tornato a parlare il Tg1 in relazione alla possibile nuova dinamica del delitto di Garlasco, alla quale sta lavorando la Procura di Pavia.
Al momento non è possibile affermare che quella sia l’impronta lasciata dall’assassino, anche perché gli inquirenti hanno mantenuto riservata la consulenza dell’esperto del Ris di Cagliari, Andrea Berti, sulla Bloodstain pattern analysis, l’analisi delle tracce di sangue trovate sulla scena del crimine.
Né è certo che si tratti del segno della suola di una scarpa, che peraltro non sarebbe la famosa impronta a pallini attribuita finora all’assassinio.
Qualora venisse confermata la sua natura, potrebbe trattarsi però della traccia lasciata dal killer in corrispondenza dell’impronta numero 33 sul muro delle scale. Una traccia palmare che i carabinieri e la procura di Pavia attribuisce al nuovo indagato Andrea Sempio. Nella loro consulenza dattiloscopica, i magistrati hanno ipotizzato che quell’impronta fotografata all’epoca del delitto sull’intonaco e allora considerata “non attribuibile” possa essere il segno lasciato dall’assassino. In particolare il killer si sarebbe appoggiato con il braccio destro nel tentativo di sporgersi lungo la scala, che poco più avanti curva, per osservare il cadavere. Qualora la traccia lasciata sul gradino fosse davvero attribuita ad un’impronta di scarpa, allora potrebbe essere il segno lasciato da uno dei due piedi proprio in quella posizione.
Al momento si tratta solo di mere ipotesi e indiscrezioni giornalistiche, così come non c’è certezza dello spostamento in avanti dell’orario della morte, che quindi scagionerebbe il condannato Alberto Stasi, né del fatto che la vittima sia stata colpita anche sulle scale e non semplicemente gettata lungo i gradini come hanno ricostruito le sentenze definitive. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e i magistrati di Pavia diretti da Fabio Napoleone, al momento non commentano in alcun modo queste indiscrezioni e anzi ricordano che tutti gli atti di indagine sono ancora coperti dal segreto. La consulenza medico-legale che la procura ha affidato alla professoressa Cristina Cattaneo, inoltre, non è ancora stata né completata né depositata ai magistrati.
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22 dicembre 2025 ( modifica il 22 dicembre 2025 | 14:15)
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