di
Simone Dinelli

La giurista e giornalista di 36 anni di Forte dei Marmi e il processo per diffamazione a Lucca

«Il diritto di querelare spetta a chiunque: chi si sente diffamato può presentare una denuncia. Ma una querela non è una sentenza: affronterò questo percorso con serenità, trasparenza e rispetto delle istituzioni, come ho sempre fatto. Quello che invece non accetto è che un atto ancora tutto da valutare venga trasformato in uno strumento di delegittimazione personale o professionale».

Con queste parole Anna Vagli, giurista, criminologa forense e giornalista di 36 anni divenuta un volto noto televisivo per i suoi interventi e le consulenze su alcuni dei casi di cronaca più eclatanti d’Italia degli ultimi anni, commenta la notizia – di vecchia data, ma tornata adesso d’attualità – del processo a cui dovrà essere sottoposta in tribunale a Lucca, a seguito di una denuncia per diffamazione intentata contro di lei da Alberto Stasi.



















































Nel maggio del 2022 Vagli aveva firmato un articolo per una testata online dal titolo Perché Alberto Stasi è l’assassino di Chiara Poggi al di là di ogni ragionevole dubbio. Nel servizio la criminologa sosteneva che il possibile movente sarebbe stato la scoperta, da parte della vittima, di materiale pedopornografico nel computer del fidanzato. Da qua la decisione di Stasi, attraverso il proprio avvocato Giada Bocellari, di presentare una querela per diffamazione.

«Negli ultimi giorni – spiega la criminologa toscana, originaria di Forte dei Marmi in provincia di Lucca – è stata rilanciata come ultim’ora una notizia relativa a una denuncia per diffamazione risalente a oltre tre anni e mezzo fa». «Già a suo tempo – aggiunge – il mio legale, l’avvocato Federica Tartara, aveva sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale al tribunale di Milano, alla quale la difesa di Stasi si era opposta. Il 29 novembre 2023 il giudice ha accolto la nostra eccezione, disponendo la trasmissione degli atti al tribunale di Lucca, foro competente in base alla mia residenza».

«Questo – sottolinea la criminologa – significa una cosa molto semplice: si tratta di un processo ancora tutto da iniziare, la cui prima udienza è fissata per il prossimo mese di marzo». Vagli racconta poi come nelle ultime settimane, e ancor più nelle ultime ore, abbia assistito a quella che definisce «una vera e propria gogna mediatica e social: attacchi personali, insulti, giudizi sommari, per la colpa di esprimere un parere tecnico non in linea con quello corale. Attacchi che non hanno nulla a che vedere con il diritto di cronaca. Hanno molto a che fare, invece, con la spettacolarizzazione, la ricerca di hype e un certo tipo di narrazione che alimenta l’odio più che la ricerca della verità. Tutte queste iniziative sono già al vaglio dei miei avvocati».

«Quanto al procedimento – chiude la criminologa – i fatti, come sempre, parleranno da soli: da parte mia ho la massima fiducia nei miei legali Federica Tartara del foro di Genova e Filippo Tacchi del foro di Lucca».

Dopo la laurea in giurisprudenza e la specializzazione in criminologia, Anna Vagli è diventata un personaggio mediatico grazie anche al ruolo di consulente tecnico in alcuni dei principali casi di cronaca nera a livello nazionale degli ultimi, fra i quali la scomparsa di Roberta Ragusa, l’omicidio di Elena Cesta e la scomparsa di Samira El Attar.


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22 dicembre 2025 ( modifica il 22 dicembre 2025 | 16:10)