PORDENONE – Turni pesanti, pressioni organizzative, scarse possibilità di crescita professionale, remunerazioni inadeguate. E quindi «anche i radiologi lasciano la sanità pubblica, a volte per quella privata». La conferma arriva da Stefano Smania, segretario Fvg del Snr, il Sindacato nazionale radiologi, che quella scelta l’ha già fatta.
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La situazione
«Il fenomeno – sottolinea accomuna tutte le regioni». La fuga verso il privato avviene perché «hai potere organizzativo – continua Smania – e decidi tu i tempi delle prestazioni: se in ospedale ti chiedono di effettuare un’ecografia ogni 15 minuti, nel privato puoi dire no. I turni sono meno pesanti, hai prospettive di crescita professionale, maggiore autonomia, lo stipendio è adeguato, e la qualità della vita è migliori».
Radiologi in fuga dal Servizio sanitario nazionale, e nuovi professionisti che non arrivano. «Alcune specializzazioni sono meno attrattive per i giovani studenti, per diversi motivi osserva Giulio Andolfato, segretario regionale della Cimo, altra organizzazione sindacale dei medici -. I radiologi sono specialisti esposti a radiazioni, e in ospedale anche se godono di alcune tutele (ad esempio più ferie annuali rispetto gli altri medici, per “smaltire” le radiazioni riducendo il tempo di lavoro) di certo guadagnano molto meno che in altre strutture dove possono essere pagati a prestazione anziché a mensilità». Andolfato rileva che «questo avviene anche in molte altre specialità, a causa della grave riduzione della paga del medico ospedaliero, che equivale a circa un terzo di quella di 20 anni fa, per effetto della svalutazione e dei pessimi contratti nazionali».
Radiologi interventisti o emodinamisti
Discorso a parte per i radiologi interventisti o gli emodinamisti. «Si parla di radiologi chirurghi considera Andolfato -, per formare i quali ci vogliono altri 10 anni post specializzazione, cosa che li rende preziosi al punto che se non trovano una buona situazione lavorativa non hanno alcuna difficoltà a ottenere una collocazione migliore. In questi anni ho visto tanti colleghi bravi ed affidabili lasciare l’ospedale per il privato».
Asfo ha dovuto esternalizzare buona parte del servizio di radiologia causa l’assenza di medici specialisti. Una mossa che per Andolfato «probabilmente non risolverà il problema e rischierà forse di peggiorare la situazione. Un medico ospedaliero – continua – non può lavorare solo in emergenza, ma deve poter alternare turni in urgenza con turni più leggeri, ad esempio occupandosi di prestazioni di routine come quelle che oggi invece vengono esternalizzate».
La provocazione Per il segretario del sindacato, «esternalizzando in qualche modo incentivi i tuoi medici a uscire. Tra l’altro il radiologo in ospedale non lavora da solo, ma in stretto contatto con gli altri specialisti, con i quali, quando serve, si consulta in tempo reale per interpretare meglio quello che “vede” con le sue macchine».
Da qui la provocazione di Andolfato. «Forse – dichiara – la soluzione sarebbe esternalizzare tutte le specialità. In questo modo i medici lavorerebbero meglio, il sistema sarebbe più efficiente ed efficace». «Questi ragionamenti – rincara Andolfato – non valgono per i “pretoriani” degli ospedali, quelli che amano a tal punto il loro lavoro da essere disposti a lavorarci quasi gratis e sopportare turni e sacrifici, ma questa razza va protetta, perché rischia l’estinzione».
Infine per il segretario «Humanitas e San Raffaele sono esempi virtuosi di strutture private convenzionate: amministrazioni snelle, strutture prestigiose e medici ben pagati che lavorano con professionalità».